Desiderio? Willy il coyote la sa lunga

C’è modo e modo di definire il desiderio. Possiamo provare ad afferrarlo alla maniera dei filosofi; sfiorarlo, come è costume dei poeti; oppure rivolgerci al sapientissimo Willy il coyote. Ma andiamo con ordine.

I filosofi

Per Aristotele il motivo vero dell’azione, quello che presiede alla scelta, non è dovuto all’intelletto pratico, ma per l’appunto al desiderio, che rende appetibile quel tal oggetto o bene. Poi l’intelletto segue a ruota, da bravo scolaretto diligente. Precisa Lacan: il bisogno e il desiderio hanno in comune la tensione verso qualcosa che manca; ma, nel caso del bisogno, l’uomo ha chiaro che cosa gli serve – cibo, letto, riparo – mentre il desiderio non è mai placato da qualsivoglia bene, e risorge sempre, più ostinato che mai. Scrive con la consueta chiarezza Silvano Petrosino: «Il bisogno è caratterizzato da un vuoto (assenza) che può essere colmato, il desiderio è caratterizzato da un vuoto (mancanza) che non si riesce mai a colmare». Nel bisogno, l’oggetto colma la necessità, tanto è vero che l’uomo lo consuma; nel desiderio, l’uomo regala all’oggetto un valore unico e speciale, perché senza quel bene si sente incompleto. «Il desiderio – chiosa a perfezione Lévinas – è l’infelicità del felice».

I poeti

Proviamo ora ad ascoltare i poeti. La distinzione bisogno-desiderio è chiarissima nel Petrarca delle Rime: «ché ben ch’i’ sia mortal corpo di terra | lo mio fermo desir vien da le stelle». Il desiderio va oltre il corpo mortale, quello che prova il bisogno, e s’apparenta con le stelle, da cui il termine desiderio peraltro deriva. Nel Convivio Dante nota che «lo sommo desiderio di ciascuna cosa, e primo dalla natura dato, è lo ritornare a lo suo principio». Quel che appare causa finale è dunque causa prima, quella che, quando la incontri, estingue il desiderio. Nell’ultimo canto del Paradiso infatti si legge: «E io ch’al fine di tutti disii | appropinquava, sì com’io dovea, | l’ardore del desiderio in me finii». Un’ultima voce, Mario Luzi: «Addio estate, | eppure non si scioglie | da lei quel lungo tempo | di luce e di sgomento; | non muore, non declina, | è vero lo trasforma | il desiderio | nella sua fucina…». Scolpito in quel verso, improvvisamente solo, il desiderio lavora ininterrottamente, e nella sua fucina forgia persino il tempo e le stagioni.

Willy, finalmente

Ed eccoci a Willy il coyote. Il quale passa una vita intera a inseguire senza successo un bipede piuttosto antipatico, che senza merito alcuno scampa a ogni sorta di agguato, dal più elementare al machiavellico spinto. Già, ma Willy ha bisogno di mangiare Beep Beep oppure desidera catturarlo? Nel linguaggio dei filosofi: per Willy, Beep Beep è una mancanza o un’assenza? Ragioniamo: i coyote non si cibano di animali vivi, quindi Willy non agisce primariamente per fame, cioè per bisogno. E poi: troppo spreco di risorse per quel magro pennuto, troppa pena per quel misero pasto. No, Beep Beep non è un bisogno: il coyote si industria, accanisce e arrovella perché desidera quell’accidenti di struzzo, perché sente un vuoto che non gli riesce proprio di colmare.

Ogni episodio della serie (nata nel 1949) presenta il medesimo format: velocissimo, Beep Beep irride il coyote, questi s’inventa una trappola infallibile (marchingegni della ditta Acme, ricordate?) che inevitabilmente si ritorce contro di lui. Domanda: «Scusa Willy, ma non è il caso di piantarla lì visto che non riesci a prenderlo ‘sto struzzo? Dai, non è destino, ci hai messo l’anima, ma una sfiga in servizio permanente effettivo ti condanna sempre e comunque al fiasco». Eh, no, non è così semplice: Willy non può smettere, rivolgersi ad altro. Cercar di catturare il bipede è il suo più profondo e costitutivo desiderio. Willy è quel che è grazie a Beep Beep e all’eterno tentativo di raggiungerlo. Non a caso prova e riprova continuamente, mai domo nonostante i continui fallimenti, anche quando la forza di gravità lo riduce in poltiglia. A dirla tutta e chiara: paradossalmente, Beep Beep non è la meta cui Willy tende, ma la sua origine, ciò che lo rende quel che è. Il coyote ci insegna che ciascuno di noi è quel che desidera, e questo non dobbiamo scordarcelo mai.

Beep Beep, finalmente

Già, ma che sarebbe successo se Willy avesse catturato il suo rivale? Insomma, parafrasando Dante: che ne sarebbe stato del coyote a desiderio estinto? Abbiamo una risposta, anzi due, le trovate accorpate nel video a seguire.

Nella primissima parte del filmato (circa 8 secondi), Willy è in auto con Peter Griffin, e semplicemente nega che lo struzzo sia stato investito. In questa negazione si legge con chiarezza quanto il bipede sia necessario, o meglio coessenziale, al coyote. Willy non può nemmeno immaginare che Beep Beep scompaia dal suo mondo, soprattutto che ciò accada per caso e non per ingegno o progetto.

I due minuti successivi presentano un episodio sempre tratto dai Griffin. Dopo la cattura di Beep Beep, il coyote va in crisi, per non dire in depressione. Non sa che fare, medita persino il suicidio, fino alla trovata finale. Il contesto è sarcastico, ma l’esito coerente: senza desideri non si vive, ragazzi, teniamolo bene a mente. L’han scritto filosofi e poeti, ma il più chiaro e distinto in argomento è un coyote solitario e scalognato del deserto del Mojave. Ecco perché ha ragione da vendere Eugenio Finardi nella canzone dedicata al nostro eroe. Per via del desiderio, che ci motiva e muove, «siamo tutti come Willy il coyote | che ci ficchiamo sempre nei guai. | Ci può cadere il mondo addosso, | finire sotto un masso | ma noi non ci arrenderemo mai…».


In occasione dei 70 anni del deposito di zio Paperone.

7 Commenti

  • Ida Bamberga Premarini Posted 5 Marzo 2022 15:00

    Santo cielo, che piacevole emozione in quel titolo, che mi ha riportato alle tante ore di piacevolissimi cartoni animati condivise con i figli. Willy il coyote, il cocciutissimo cacciatore di Beep Beep! Poveraccio, con tutte le strategie immaginabili prepara delle trappole che si ritorcono contro di lui, regolarmente destinato a finire in fondovalle con tanto di nuvoletta…
    Ma poi, leggendo i vari e stupendi punti di vista sul senso di “desiderio”, mi sono resa conto che non è affatto banale porsi la domanda sulla valenza di questo sentimento. Pensa e rifletti, mi è sorta spontanea – come si suol dire – una legittima domanda legata alle vicende di questi ultimi giorni: quali sono i “desideri” dei Grandi della terra (o almeno di qualcuno, un po’ più “desideroso”)? La risposta è nelle notizie quotidiane, e resta un bel po’ di amaro in bocca e nel cuore per una perversione feroce che riporta dolorosamente ad epoche barbariche. No?

    • claudio calzana Posted 5 Marzo 2022 15:06

      Mi domando, cara Ida, se per certi Grandi si tratti di desideri o di insane passioni. Il cuore della faccenda è barbarico, se non fosse chela cosiddetta civiltà moderna ci mette le bombe e la ragione impacchetta per bene con le argomentazioni. Quindi: l’umanità non evolve, semmai si dissolve. Temo che dobbiamo intendere questa situazione come la nuova normalità: i valori, pace in testa, sono lodevoli e brevi eccezioni.

  • Renata Vannucchi Posted 27 Febbraio 2022 15:11

    Jung la vede così: “Il desiderio è la via della vita. Se non ammetti di fronte a te stesso il tuo desiderio, allora non seguirai te stesso ma strade estranee che altri hanno tracciato per te”. Insomma, desiderio è libertà profonda e vera

  • Miriam Nava Posted 27 Febbraio 2022 15:07

    Così parla di desiderio Cesare Pavese (io sto con i poeti…)

    Il desiderio mi brucia
    il desiderio di cose belle
    che ho viste e non vissute.
    Il desiderio mi brucia
    ed impera ardente e solo
    nel mio cuore e nel mio cervello.
    Desidero tante cose
    che ho viste in trasparenza
    di musica fiori e profumi.
    Di luci e di brusii strani
    che avvicinano l’anima alla poesia.

  • Eugenia Rovi Posted 27 Febbraio 2022 14:02

    Grazie anche per la canzone di Finardi, non l’avevo mai sentita. Divertente e intelligente insieme

  • Ludus Posted 27 Febbraio 2022 14:00

    Anche nel deserto il desiderio vive. Vent’anni di inseguimenti e colpi di genio, che serie magnifica!

  • Luciano Posted 27 Febbraio 2022 13:58

    Willy è il mio cartone preferito! Abbasso Beep Beep, ho capito il desiderio ma è insopportabile

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