Ritorno in Irpinia, le parole di Roberta

Una veduta di Cairano.

Roberta ha letto il mio ultimo libro d’un fiato, e mi regala i suoi pensieri e le sue emozioni. Grazie, Roberta, grazie di cuore.

Il 23 novembre 1980 io avevo 14 anni e non ho un ricordo vivo del sisma che devastò Campania e Basilicata. L’Irpinia è un nome strano, un luogo difficile da definire: zona, distretto, area. Ma se cerchi in Rete scopri che è un posto bello, ricco di storia, natura, tradizioni. Quel 23 novembre, un terremoto di magnitudo 6.9 scatenò un’energia quattro volte superiore alla potenza delle bombe atomiche cadute nel 1945 su Hiroshima e Nagasaki, polverizzando in poco più di un minuto e mezzo una vasta area del’Irpinia e lasciando sotto le macerie più di 3.000 vittime.
Ma le tragedie, si sa, sono scomode e vanno dimenticate in fretta. Sopravvivono solo grazie ai ricordi di chi le ha vissute e soprattutto di chi ha ancora voglia di raccontarle. Claudio Calzana è uno di questi. Scrittore e molto altro, in Irpinia e precisamente a Teora, ci andò come volontario all’età di vent’anni. In quella terra violentata dal sisma Claudio è ritornato quarantadue anni dopo, nel 2022, richiamato dai ricordi che da tempo stava raccogliendo nel suo blog. Pensieri sparsi che ora hanno trovato finalmente pace in un bel libro.
Ritorno in Irpinia. 2022/1980 è scritto con lucidità, senza artefatti, patemi. Tra le righe si percepisce la voglia di condividere un’esperienza, di raccontare semplicemente i fatti e forse anche il desiderio di rendere omaggio a quella terra e soprattutto a quella gente che, come le tante colpite da tragedie simili, ha ferite ancora aperte e dolorose.

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Il mio nuovo libro è in vendita alla libreria Muratori di Capriolo, sul portale ElleLibri, su Amazon e su eBay. Per una copia autografata scrivete a claudio@claudiocalzana.it.

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