Lux

Dopo Esperia, Lux (2015) è la seconda puntata della trilogia ambientata nella Bergamo del primo Novecento.

Bergamo, 1919. Quattro amici d’annata: i fratelli Milesi, Dante e Carlo, rispettivamente meccanico e fornaio, Romeo Scotti, fotografo, e Spiridione Curnis, ciclista anzi “biciclista” e spacciatore di vino da messa, decidono di imbarcarsi in una nuova avventura. L’antefatto data 1906, quando Buffalo Bill nega la rivincita al Curnis, sconfitto nel 1894 dall’eroe americano, lui a cavallo e l’altro in sella al suo bicicletto. Nel rinnovare il sodalizio, i quattro compari inaugurano nientemeno che un cinematografo, per far sognare tutti davanti al lenzuolo bianco. La via dell’arte si rivelerà lastricata di acciacchi e sorprese, coinvolgendo nella trama il pianista del locale e l’ultima figlia del Dante, Esperia, che porta il nome di un’automobile e di una stella.

Lux narra i mille fatti della vita quotidiana, le beghe e gli amori, i sogni e le imprese, regalandoci personaggi che restano nel cuore. Romanzo sorprendente e spassoso, Lux ha una lingua scoppiettante e ricca di humour, che muove spesso il sorriso: tra Camilleri e Vitali, passando per il grande cinema di Monicelli, ci offre un allegro ritratto della provincia italiana, così ricca di storie, imprevedibile e caparbia, viva e migliore.

Il primo capitolo
Capitolo 14
Recensioni e interviste
Marco V. Burder recensisce «Lux»