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All’ultimo tumulto dei binari hai la tua pace, dove la città in un volo di ponti e di viali si getta alla campagna e chi passa non sa di te come tu non sai degli echi delle cacce che ti sfiorano. Pace forse è davvero la tua e gli occhi che noi richiudemmo per sempre
Prima la presentazione di domenica 3 dicembre alla libreria Muratori di Capriolo, dove vi aspetto numerosi; poi partirò per l’Irpinia, dove batte il cuore di questo mio libro. Al momento sono previsti tre incontri, che spero crescano nei prossimi giorni: a Lioni il 6 dicembre alle 18, grazie a Chiara Cavallaro; a Caposele l’8 alle
Ringrazio di cuore Sergio Cotti e Antonella Sbernini per la magnifica pagina che L’Eco di Bergamo ha dedicato al mio Ritorno in Irpinia. Ecco l‘articolo completo. Consideratelo un gran bell’anticipo alla presentazione del libro prevista domenica 3 dicembre alle 17 alla libreria Muratori di Capriolo. Verrò intervistato da Maria Tosca Finazzi. Il mio nuovo libro
Romanzo di atmosfere e di sorprese, questo Sorriso ne strapperà più d’uno. A chi ama sentirsi raccontare una storia e a chi, come il sottoscritto, le storie ama raccontarle. Perché, sia chiaro, una storia siffatta l’avrei raccontata più che volentieri.
Claudio Calzana dimostra di saper padroneggiare una lingua densa e ricercatissima, anche nel reinventare e far propri modi di dire della parlata lombarda. Vera rivelazione di quest’annata letteraria, Il sorriso del conte è un romanzo tanto ben scritto da far venire alla memoria le Vite di uomini non illustri del grande Giuseppe Pontiggia.
Il sorriso del conte ha un plot denso, l'autore un talento per il narrare inteso come affabulazione.
A voler andare per le scorciatoie dell’analogia si potrebbe osservare: si fa presto a dire Camilleri. Ma sarebbe ingeneroso limitarsi a dire che Claudio Calzana regge il confronto. Esperia non è solo il racconto di una sfida ma la suggestiva fotografia di un'epoca.
... sono le parole, con la loro espressività sonora, a condurre la narrazione, a rendere con brevi, fulminanti sequenze, tutta una scena, tutto un sentimento e, non raramente, a suscitare, con un sobbalzo linguistico, un’autentica risata.
In Esperia Calzana ha avuto un'idea divertente e soprattutto l'ha sviluppata con gusto, così che il matrimonio tra l'epopea del colonnello e del Wild West Show e il piccolo circo dei bergamaschi ne esce perfetto.
C’è nei tuoi romanzi qualcosa di Gadda: uno stile italico, una certa forma barocca del periodo, l’uso del dialetto e dei dialettismi, l’uso dell’articolo di fronte ai nomi propri, ma soprattutto una magnifica ironia.
Una prosa ragionata, frutto certo di un preciso lavoro di lima e di ricerca. La cantante è un romanzo piacevole e divertente: leggero, sì, ma in senso quasi calviniano.
.... quel che colpisce di Calzana è la scrittura: uno stile personale, senza sbavature, mai pomposo, semmai lieve, spiritoso.
Claudio Calzana è uno scrittore che diverte, perché scrive come parla. Lo stai ad ascoltare come si faceva con Piero Chiara, perché gira e rigira le storie son le stesse, fatte di uomini e situazioni, invenzioni per rendere meno amara la vita.
Ho appena finito di leggere Lux e devo confessarti che in questo periodo il momento più bello della giornata era quando andavo a letto e sapevo di ritrovare i miei vecchi amici e continuare a divertirmi con loro…
Questo Lux appassiona, intriga, ed è ben congegnato. Calzana mette sulla scena della carta dei protagonisti di provincia che non sfigurerebbero tra i “soliti ignoti” di Mario Monicelli.
Uno stile che è «già» il libro: ironico e fulminante, giocato su un registro linguistico apparentemente «popolare», che in realtà è frutto di una scrittura meditata e ben controllata, capace di rendere l’immediatezza della parlata lombarda senza perdere mai in lucidità.
Nessuno aveva mai raccontato la scuola dando la parola a chi la vive in prima persona, gli studenti. Gli anni e i giorni è una fotografia, affettuosa e reale, della scuola come esperienza e fetta importante di vita.
Come richiesto dal cliente, abbiamo realizzato un sondaggio per determinare quale fosse il personaggio preferito de Il sorriso del conte. Partiamo dall’affluenza: hanno votato 69 aventi diritto, praticamente tutti i lettori del libro, che secondo nostra proiezione non possono essere più di 81...
Oggi è il giorno dell’anniversario del terremoto irpino del 1980, e come ogni anno il mio pensiero va a quel popolo e a quel dolore. Solo recentemente sono riuscito a dare ascolto ai miei ricordi di volontario, al tempo avevo poco più di vent’anni. Ecco, presenterò in anteprima il mio nuovo libro, Ritorno in Irpinia,
Una nuova recensione. Questa volta tocca a Ida, lettrice che mi segue fin dagli esordi, e che ogni volta sa sorprendermi con le sue parole calde e misurate. Impresa veramente ardua quella di commentare Ritorno in Irpinia. La copertina attira l’attenzione su una giovane figura femminile dagli occhi arrossati e persi nel nulla. Nei fogli
Roberta ha letto il mio ultimo libro d’un fiato, e mi regala i suoi pensieri e le sue emozioni. Grazie, Roberta, grazie di cuore. Il 23 novembre 1980 io avevo 14 anni e non ho un ricordo vivo del sisma che devastò Campania e Basilicata. L’Irpinia è un nome strano, un luogo difficile da definire:
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