Leggendo alcuni racconti di Palazzeschi, ho trovato un brano che definire attuale mi sembra poco. È l’incipit del racconto Issimo.
«Dacché lasciato il paese natio era venuto alla città e si aggirava solo nel pulviscolo delle vie brulicanti e rumorose, estraneo a tutti e a tutto quello che con tanta insistenza lo aveva chiamato, un’idea, come la nebbia, aveva invaso il suo cervello, ci s’era a sua insaputa stabilita e vi regnava dispotica: che il superlativo fosse la cosa importante e che il resto non contasse troppo o poco, e che in ogni campo ci fosse posto per uno soltanto e che tutto tendesse a quello. Era questo il carattere di ogni tempo, o più precisamente di quello nel quale era chiamato a vivere?».
8 Commenti
Con la dovuta precisazione che in contemporanea sto vedendo Milan Atalanta con commento in portoghese e sincronizzando l’Ipad con i filmati delle ultime giornate di ripresa del film “Gli anni e i giorni” e dunque sono tutto meno che sul pezzo con l’attenzione che ci vorrebbe, diciamo che l’issimo mi ha colpito e mi sembra attuale l’affermazione che in ogni campo ci sia posto per uno solo, che tutto debba tendere al meglio, anzi alla perfezione, che l’intera società, a nostra insaputa, stia proponendo modelli assolutamente irraggiungibili, assoluti, che dunque tagliano fuori tutti coloro che non hanno i parametri adeguati, i fuori forma, gli impreparati, i disadattati vari. Insomma, se sei meno che perfetto qui non c’è posto per te: questo mi ha colpito e ho voluto condividere.
Anche a me ha colpito l’affermazione che in ogni campo ci sia posto per uno solo. Ma io l’ho interpretata in modo diverso dal tuo: l’Issimo è il personaggio (mediatico?) di cui sembra noi abbiamo oggi bisogno per connetterci col mondo. In ogni campo. Il leader, il promotore, il testimonial – troppo spesso fasulli – che ci evitano la fatica di elaborare un nostro proprio modo di concepire l’esistenza, formandoci opinioni conquistate con l’analisi e la riflessione, autentiche e originali in quanto solo nostre seppure non necessariamente veritiere.
L’Issimo è colui che ci solleva dalla responsabilità di riconoscere i nostri errori, facendone ammenda. E’ l’involucro luccicante che nasconde la banalità di una società che non sa più dove andare e dunque si aggrappa all’apparenza. E’ l’Uomo Forte che consola e rassicura l’Uomo Qualunque.
Vabbé, forse stamattina sono un po’ depressa… 🙂
No, non sei affatto depressa, la tua è una bellissima lettura, mi pare complementare alla mia e decisamente rafforzativa circa la scelta del brano. E’ proprio così, cè sempre più bisogno dell’uomo forte a cui appendere la propria libertà. Grazie mille, Mariangela.
Bei tempi quelli dle liceo quando non capivo di non capire…
Milao – Atalanji…
… forse che è il “a sua insaputa” a renderlo attual-ISSIMO? 🙂
Ma dai, Be??e, non è che ti capita come ai vecchi tempi…..
Confesso di non averci capito molto…
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