Il granitico Tex

Tex 738, in edicola da oggi

È un rito antico: Tex lo leggo sempre dopo pranzo. Stavolta è tornato Mefisto, ci farà compagnia per la bellezza di altri sei mesi. Nel mettere l’albo al suo posto, e nel rimirare le centinaia di dorsi e copertine, mi domando come fare: ormai le avventure del ranger si son prese gran parte della casa, strabordano ovunque. Ma anche stavolta supererò il quesito e via di collezione, che senso avrebbe smettere dopo quasi 60 anni? Pensate, Tex l’ho anche inserito anche come competenza sul mio profilo Linkedin. Oddio, uno solo me l’ha certificata, ma mica mi lamento, anzi. Anche se, a dirla tutta, in azienda uno come Tex, per tacer dei pard, farebbe un sacco comodo. Per sveltire le procedure, diciamo.

Il segreto di Tex

In ogni caso il dubbio resta: come mai quando Tex ti cattura non riesci più a farne a meno? Nonostante mille avventure e la bellezza di almeno cinquanta disegnatori, in 70 e passa anni Tex non è cambiato di una virgola, o quasi, e tuttavia è di gran lunga il fumetto più venduto al mondo. Forse il primo segreto sta proprio qui: Tex è sempre identico a se stesso. Fin dal primo albo, La mano rossa, il ranger incarna quel profondo senso di giustizia che lo porta a difendere deboli e perseguitati d’ogni latitudine. Una difesa senza se e senza ma. È granitico, ecco. E questo ci porta dritti a un altro aspetto: in anticipo su tanti film di successo, Tex ha riconosciuto ai nativi americani valori quali lealtà, fierezza, ecologia profonda. Non vi basta? Il ranger mette sempre al primo posto l’amicizia: sopporta quel vecchio cammello di Carson, apprezza il talento guerriero di Tiger Jack, corre in soccorso di compari sparsi tra i ghiacci del Saskatchewan (l’ho scritto giusto?) o i deserti infuocati dell’Arizona, con qualche malsana palude a completare. E in famiglia? Il figlio Kit è libero di vivere le sue scorribande, anche quando la rischia più del dovuto. Mai il padre gli metterebbe il morso, il giovanotto gli assomiglia troppo.

E pensare che era un fuorilegge

Da ragazzo Tex era un ricercato, ne aveva combinate di ogni per vendicare padre e fratello. Ma una volta indossata la stella di ranger, per i pendagli da forca la vita si è fatta impossibile. Questi spadroneggiano con perfidia e dannazione? Niente paura: prima o poi le vittime allertano il ranger, ovvero il nostro chissà perché è di strada; fatto sta che, tra sganassoni e pistolettate, rimette tutto a bolla. Inclusi certi gaglioffi del calibro per l’appunto di Mefisto e Yama, che pensano di avere la meglio con qualche trucco da mago in pensione. Illusi, con Tex non c’è partita! Certo, sotto sotto mi si agita una domanda: ma come fai a non stufarti di uno che fa sempre la cosa giusta, mai un dubbio che è uno, non ha paura di niente e di nessuno, scampa a ogni imboscata e soprattutto sconfigge i malvagi con sublime sprezzatura? Ma per tutti i diavoli! Perché le sue avventure ti regalano la certezza che i vigliacchi non l’avranno mai vinta. A pensarci bene, Tex è il miglior antidoto per questo nostro mondo ammalorato e sghembo.

Pazienza…

Il che ci conduce a un’altra considerazione di rispetto: dai, diciamola tutta, non è che i giganti della Marvel abbiano inventato chissà che. Chiaro, la fanno un po’ più complicata, visto che i vari Luke Cage, Iron Fist, Daredevil, Avengers e compagnia bella si portano dietro un sacco di dubbi sul perché e percome impiegare i poteri che hanno in sorte. Ma se il cammino è tortuoso, l’esito è comunque scontato: si metteranno al servizio dei deboli e degli oppressi. Insomma, quel che ci avvince nelle serie e nelle sale è già nero su bianco negli albi del ranger. Solo che Tex ha qualcosa in più. Un’arma segreta: l’attesa. Per ogni nuova avventura di Tex ti tocca aspettare il mese seguente per proseguire il racconto; anche se, per venir incontro alle crisi di astinenza, da qualche tempo l’eroe si è felicemente sdoppiato in giovane e maturo. Insomma: niente anticipi o scorciatoie, le cose belle meritano tempo, pazienza, amore. Barba di Matusalemme ballerino! Ma davvero questo tizzone d’inferno ci insegna la pazienza? Proprio così, gente, e si tratta di una virtù ben riposta: albo dopo albo, l’ordine sarà ristabilito, il bene trionferà sul male, la speranza avrà ancora, e sempre, corso legale.


Il deposito di zio Paperone.

3 Commenti

  • Manorossa Posted 16 Aprile 2022 18:47

    Sul web gira un’intervista del grande Nizzi che demolisce le recenti storie di Tex. Forse la sua è nostalgia di un tempo che non esiste più, ma per me qualche ragione ce l’ha

  • Anonimo Posted 7 Aprile 2022 21:04

    Pure a me, mi accompagna da una vita, fin dal lontano 1954, da quando è arrivato il figlio Kit Willer, lo ricordo per quella, per me strana camicia.

  • Marvin Posted 7 Aprile 2022 18:29

    Tex è il mio eroe da 50 anni. Che dire di più?

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