Per celebrare come si conviene la Giornata mondiale del libro, scartoffiando nella mia biblioteca ho composto una poesia dorsale, ovvero un testo costituito dai titoli di 16 libri di letteratura russa, più un intruso. Segue il poema, con tanto di a capo per scandire il ritmo e scomporre quanto basta i titoli originali. Due quesiti per gradire: preferite la prima o la seconda versione? E soprattutto: sapete dirmi perché l’intruso è davvero intelligente?
Notti russe, le notti bianche, il paese dell’anima: l’idiota, il sosia, l'eterno marito, il demone meschino, il sottotenente summenzionato, un eroe del nostro tempo. Derelitti, bohémiens e malaffari, povera gente. Che fare? Appunti sui polsini, fuoco pallido, genealogia alle soglie della vita nuova. Resurrezione.
Ecco la seconda versione, au contraire
Resurrezione alle soglie della vita nuova, fuoco pallido, appunti sui polsini. Che fare? Povera gente: derelitti, bohémiens e malaffari, un eroe del nostro tempo, il sottotenente summenzionato, il demone meschino, l'eterno marito, il sosia, l’idiota. Il paese dell’anima, le notti bianche. Notti russe.
Insomma, trattasi di poesia dorsale quasi palindroma. Palindromo, chi era costui?
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