Libro, chiedi alla polvere e al peso

La futuristica libreria Zhongshuge di Shenzhen, in Cina. Fonte Getty Images.

Pensi “libro” e subito sovviene l’incanto delle pagine quando la storia ti prende, o se vuoi la riflessione; oppure quel profumo speciale che hanno i tomi, si sa che la carta è una faccenda viva. In verità vi dico che quando maneggio libri – nel vano tentativo di regalar loro l’ordine migliore, ovvero quando li sposto smisto rialzo sbasso – ho per l’appunto a che fare con vicende terra terra, altro che policromia di copertine, profumi antichi o storie che ti aiutano a comprendere e sognare.
La prima percezione di realtà sta nel fatto che un libro è innanzitutto e semplicemente un volume. Cioè alla fin fine diciamo pure un ingombro, che uno per volta non ci fai caso, ma guai se ne alzi un filotto a mani larghe da uno scaffale, o tiri su una scatola dove ne hai azzuffati un sacco. Insomma: ogni volume, per le note leggi della fisica, si tira dietro un peso che, come tale, attira sempre più in basso. Carlo Michelstaedter così argomenta nel suo La Persuasione e la Rettorica:
«Un peso pende ad un gancio, e per pender soffre che non può scendere: non può uscire dal gancio; poiché quant’è peso pende, e quanto pende dipende. Lo vogliamo soddisfare: lo liberiamo dalla sua dipendenza. Lo lasciamo andare, che sazi la sua fame del più basso, e scenda indipendente fino a che sia contento di scendere. Ma in nessun punto raggiunto fermarsi lo accontenta, e vuole pur scendere, ché il prossimo punto supera in bassezza quello che essa ogni volta tenga».
Un volume ingombra, per ciò stesso pesa, e qual terzo assioma attira polvere a più non posso. Perché anche la polvere più minuta subisce la spinta verso il basso, e nel suo procedere, sia pur vagulo e per onde, va a finire che inciampa nei volumi: e lì beatamente si posa e riposa. Non a caso, a mitigare la sentenza, provo ad aspirare di frequente, e la polvere giustamente per un po’ s’arrende. Ma prima o poi torna daccapo a farsi viva, e allora biancheggia su dorsi, coste e porzioni di ripiano. Il peso no, quello c’è poco da aspirarlo, non ci puoi fare niente, se non far affidamento al bicipite e alle terga.
Alla fin della fiera, lo dico sottovoce, un libro questo è: peso e polvere, polvere e peso. Ma in barba alla scienza e alle sue leggi, è forse l’unico peso che sa vincere la fame del più basso. Se al libro – alle pagine, al volume – offriamo in dote gli occhi e il cuore di chi legge, questa macchina inerte si fa mulino sfavillante e vivo, che non trattiene al gancio, semmai libera, ovvero affranca. Ed ecco che magicamente si rivolta l’intenzione: il libro pesa, ma altrettanto incanta e risolleva. D’accordo, il libro chiama la polvere a raccolta, ma certamente ripulisce le meningi, ovvero attrae, affascina e sublima.

8 Commenti

  • Loredana Gazzaniga Posted 4 Settembre 2023 10:32

    Ricordo ancora con nitidezza il momento esatto in cui ho imparato a dare significato, peso e valore alle parole scritte, ricordo benissimo il fascino che ha esercitato sulla mia piccola mente acerba, la forma vagamente arabescata della letta “a” con la sua bella pancetta prominente e l’archetto a farle da cornice, ricordo la gioia per aver, poco a poco, imparato a dare un corrispettivo “fisico” e quindi senso ad ogni segno, che la maestra Virginia Ferri, Buona Anima Santa, con i suoi insegnamenti, e, a tratti, con le sue maniere anche un po’ burbere.. ha impartito ad una classe di una piccola scuola di montagna, composta da soli 09 alunni. Credo che tutto sia partito da lì, ne sono più che certa, il mio sviscerato amore per le pagine scritte è scaturito dalla gioia di comprendere e riconoscere quella prima lettera, che mi ha aperto un mondo di idee e soprattutto di sogni,
    un mondo magico che prende vita ad ogni nuova ed entusiasmante lettura.
    Confesso senza pudore, che ancora oggi aprendo un libro mi soffermo qualche istante ad ammirare la prima lettera “a” che l’autore ha sapientemente inserito nel suo racconto, la ammiro, e la ringrazio, piccola e panciuta capofila di tutto l’alfabeto, perché ritengo, a ragione, che tutto sia partito proprio da lei…

    • Claudio Calzana Posted 5 Settembre 2023 08:18

      La ringrazio per questo suo bel ricordo, Loredana. La storia della a panciuta, che lei ritrova a ogni libro e in ogni inizio, è proprio preziosa e bella.

      • Anonimo Posted 5 Settembre 2023 14:35

        Aprendo ogni nuovo libro, è come tornare bambina, per fortuna con il tempo l’amore per i libri si è (qualora fosse possibile) rafforzata maggiormente, e ad ogni nuova lettura riesco a provare la stessa emozionante curiosità e soddisfazione di quella prima volta, merito della magia della parole, soprattutto di quelle racchiuse negli scrigni di sapienza e sogni che tutti noi ci ostiniamo a chiamare libri…..
        Grazie a Lei per la sua meravigliosa attività!

  • Claudio Calzana Posted 3 Settembre 2023 11:34

    A commento di questo mio articolo, Luciano Dassatti mi ha inviato una sua poesia. Il titolo della composizione è «I miei libri», tratta dalla raccolta «Non solo mare», con illustrazioni di Franco Albino. Grazie, Luciano.

    Sanno di polvere antica, di parole sagge,
    mai vane.
    Raccolgono pensieri profondi,
    riflessi di uomini grandi.
    Ricordano il passato, tracciando il futuro.

  • Anna Albé Posted 3 Settembre 2023 08:28

    Mai ho letto così tanta intensità sul potere della lettura.
    È vero che ogni libro ha “un peso”… Che ti occupa le mani, ti riempie il cuore e ti sgombra la mente da inutili pensieri…
    E credo proprio che la polvere lo sappia, per questo gli si avvinghia e quasi lo protegge.
    Grazie.

    • Claudio Calzana Posted 3 Settembre 2023 09:07

      Grazie, Anna, per questo suo ispirato commento. Sì, ha ragione, la polvere avvinghia e protegge il libro, quasi quasi lo trattiene.

  • Ciro Posted 26 Luglio 2023 15:58

    E, a leggere Michelstaedter, di peso e di gancio, Mi sovviene la tua visita al mio atelier… E non posso che ringraziarti!

    • Claudio Calzana Posted 27 Luglio 2023 18:10

      Son io che ringrazio te di tanta meraviglia, Ciro

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