Come è noto la prosa di Gadda è irta e affascinante, ricca di vocaboli che sono uno spettacolo. È il caso di questo passo del «Pasticciaccio»: «Il palazzo dell’Oro, o dei pescicani che fusse, era là: cinque piani, più il mezzanino, intignazzato e grigio». Ad attirarmi è intignazzato, che sta per ridotto in cattivo stato, rovinato. È forma spregiativa di intignato, che viene da intignare, ovvero il frutto della roditura fatta dalle tarme. Come non figurarsi quel mezzanino rovinato, corroso, macchiato, buio? Espressione perfetta del Gadda, maestro come pochi nell’impiego di parole belle.
Per chi proprio insiste, e prega, ecco altre espressioni affascinanti e misteriose.
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4 Commenti
…che tu Maestro CCalz abbia sempre pronta una citazione – anzi due – mi fa venir su una invidia, ma una invidia… Sai di quelle invidie che se ci pensi quasi quasi ti senti una gallina che guarda volare la poiana? Vabbé, me ne faccio una ragione… razzolo e sbecchetto. A ciascuno il suo, come diceva il grande Sciascia (ops, questa la so) 🙂
Hai proprio ragione, Mariangela. Intignarsi è voce regionale che sta per intestardirsi. Senti un po’ il Moravia: “Uno dei venditori …mi dava più fastidio degli altri e s’intignava a farmi delle proposte.” O la Morante, per gradire: “Per quanto vi intignate a sfrucoliare / arrabattarvi decretare ordinare condannare ammazzare, / il risultato finale è sempre uguale”.
Mi chiedo: ma intignarsi nell’uso comune non significa intestardirsi? Passo il quesito al Maestro.
Màriasanta… molto evocativo…non so perché ma ricorda certo arredo tribunalizio…
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