La prima volta all’Atalanta

Per raccontare la mia prima volta allo stadio, cioè all’Atalanta come si dice qui, dovrei verificare le date sulla Bibbia “Cent’anni di Atalanta, di Corbani e Serina. Stavolta preferisco affidarmi ai ricordi, ai racconti di casa: la prima volta non ricordo contro che squadra si giocasse, manco le maglie per dire. Ero molto piccolo, penso due o tre anni. Ero lì che guardavo quei tizi correre come matti dietro la palla, con una certa invidia devo dire; a un certo punto, l’inaspettato: non tanto il goal dell’Atalanta, quanto il boato a seguire, un portento di gole all’unisono vive. Uno solo che piange a dirotto, indovinate chi. E fin qui arriva il racconto di mia madre.
Il secondo ricordo è diretto, tutto mio: Atalanta-Palermo, magari proprio quello cui si riferisce la pagina qui accanto del 1962. Ricordo quel rosa nero azzurro a contrasto con il campo, una magia cromatica che solo chi va allo stadio può comprendere. Ricordo che le regole le ignoravo proprio, quindi la mia età doveva essere minima. Ricordo la domanda che posi all’amico di famiglia che mi aveva accompagnato: “L’8 di una squadra può andare contro l’8 dell’altra?” Non ricordo la sua risposta, ma la faccia sorpresa quella sì.

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