Una vita fa

Terremoto dell’80, una fotografia di Antonietta De Lillo

[1] Una settimana in Irpinia dopo 42 anni. Una vita fa. Ci sono tornato in questi giorni per un viaggio della e nella memoria, per vedere che ne è stato di quelle terre flagellate dal terremoto dell’80, di quello splendido popolo che ho conosciu­to quand’ero volontario nei giorni immediatamente successivi al sisma. Un viaggio in punta di piedi, senza troppe attese: le delusioni, si sa, sono dietro l’angolo. La memoria, poi, a volte gioca brutti scherzi: addolcisce gli spigoli, cancella quel che dà fastidio e scuote, talvolta se la ricama come meglio le pare. Ma prima di parlare del viaggio più recente, voglio riandare agli oltre 2 mesi che ho trascorso a Teora tra dicembre 1980 e febbraio 1981. Settimane per me ben più formative di un intero ciclo di studi superiori…

L’intero mio memoriale si trova ora raccolto nel volume Ritorno in Irpinia.

8 Commenti

  • angelo rotonda raffaele rfiluccio.. Posted 29 Ottobre 2022 21:50

    buongiorno,sono di teora e sono partito del belgio il giorno dopo,con ilpadre di mia moglie opassato per milanno prendere mio nippote,e abbiamo partito per teora,nella mia famiglia,o perduto tanti famiglire , cio tante fote del terremoto,e l’anno prossimo sono ritornato,eil resto della famiglia lo portato in belgio,,vorrei far un libro del passato e di teora un abbraccio a voi,a i teoresi e l’irina,,,rotonda angelo raffaele .teora mi manca..un bbb a tutti i teoresii,,

    • Claudio Calzana Posted 30 Ottobre 2022 09:25

      Buongiorno Angelo, grazie della testimonianza. Mi piacerebbe molto poter vedere il suo libro pubblicato, sarebbe una testimonianza importante. In una delle prossime puntate del mio racconto parlerò degli emigrati teoresi che sono arrivati prima dei soccorritori.

  • giorgio calzana Posted 12 Ottobre 2022 21:53

    nel 1982 svolgevo il servizio di leva a Belluno fu proposto di andare in quelle terre con un compito ben preciso: ritirare le varie roulotte che lo Stato aveva messo a disposizione non solo , ma anche quelle dei privati cittadini che avevano donato e inviato ,
    Immaginavo che le roulotte fossero ancora posizionate nei luoghi predisposti all’ accoglienza , invece no erano depositate in grandi parcheggi nella periferia dei vari paesi: vasti spiazzi dove prima sorgevano i paesi, Spiazzi senza macerie ma occupati ora da una infinita quantita’ di roulotte dismesse, irrecuperabili e destinate al macero .

    Quindi io non ho visto la distruzione , macerie, dolore ma spiazzi con roulotte fatiscenti e desolazione e un principiare di rinascita, a due anni dal terremoto.

    Dico questo perché tre anni fà, tornando da Roma volutamente sono passato per le zone terremotate che avevano colpito l’ Umbria e le Marche , non parlo del terremoto dell’ Aquila, quello successivo che aveva distrutto Amatrice.

    Be, rimasi sorpreso dopo due anni dal terremoto tutte le macerie dei vari paesini lungo la Salaria da Amatrice ad Arquata del Tronto erano ancora li’ , case diroccate con le imposte traballanti, bagni con tubazioni volanti insomma dopo due anni desolazione e nessun cenno di rinascita se non di quache ostinato .

    Insomma 20/30 secondi per distruggere in qualsiasi terremoto degli ultimi settantanni
    ma tempi sempre più lunghi per ricominciare

    • Claudio Calzana Posted 13 Ottobre 2022 07:40

      Carissimo Giorgio, grazie per il tuo ricordo. Quello che racconti è uno dei tanti temi che vorrei toccare, e si lega in particolare alle diverse modalità di ricostruzione che sono state adottate negli anni, ogni paese irpino ha fatto scelte differenti, riconducibili a 3-4 modelli. Per ora ti basti un dato: la gran parte delle persone colpite dal sisma ha riottenuto una casa a dieci anni dal tragico evento, cioè intorno al 1990.

  • Anonimo Posted 1 Ottobre 2022 21:07

    Che suspence…..

  • Alessandro Salvi Posted 24 Settembre 2022 19:10

    Non sapevo di questo suo viaggio in Irpinia, io non ero ancora nato e forse anche per questo mi è venuta subito voglia di leggere le prossime puntate. Ho trovato molto schiette le sue prime parole, quanto dovrò aspettare per il seguito?

    • Claudio Calzana Posted 24 Settembre 2022 19:22

      Grazie, Alessandro. L’idea è quella di scrivere una puntata la settimana, sempre il giovedì, niente di pomposo, anzi qualcosa di molto semplice e lineare, lasciando spazio alla memoria, e dunque senza un ordine troppo rigido. Staremo a vedere, passo dopo passo come si conviene in questi casi.

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