Quella sera di mezza estate

Jean Honoré Fragonard, La lettrice (1776).

Quella sera di mezza estate non dovevo esser io a tenere il banchetto dei libri, poi non so perché mi tocca: morale, con l’aiuto di mia figlia carico tre casse zeppe di volumi e via verso la conferenza. Un’ora quasi di viaggio, mezza per disporre il tutto: a un minuto dal via son lì che contemplo quella poesia di dorsi e copertine quando una signora mi viene dritta incontro, o quasi.
«Lei mi può aiutare» e non capisco se è una domanda, oppure chissà come una certezza. Mi rifugio in un semplice «Dica».
«Ecco, riguarda mia figlia».
E qui mi racconta che lei e il marito sono separati da poco, e la ragazza, 14 anni, vive la cosa molto male, e vorrei vedere; anzi, aggiunge: lui, il marito, si è allontanato dalla Chiesa, magari convince altrettanto la bambina, e lei, la madre, teme che la figlia si perda, abbandoni riferimenti e valori, si lasci andare. A farla breve: «Ecco, non è che potrebbe consigliarmi un libro da regalarle?».
Ora, mettetevi nei miei panni: non conosco la signora, figlia adolescente con genitori separati, forse sarebbe meglio starsene zitti, girare in tondo. Prendo tempo: «Sa, 14 anni è un’età balorda, quella del non più e del non ancora. Anche per i libri, in effetti: non vanno bene quelli per bambini, e quelli per età maggiori non è detto che…». Lei mi guarda, capisco che non posso rifuggire. Scorro mentalmente interi scaffali, vigliacco se mi salta fuori un titolo, uno spunto. E lei non molla lo sguardo, la pretesa. In quel mentre mi si accende un lume: «Erri De Luca, In nome della madre», mi sento dire.
Lei prende per buone le mie ragioni a sostegno dell’idea, e aggiunge che sua figlia compie gli anni tre giorni dopo.
«Beh, passi domani» faccio io, «è un titolo che teniamo sempre, si figuri».
La mattina appresso in libreria per scrupolo controllo: In nome della madre venduto ieri, due copie in un colpo solo, siamo a secco: ma come? E adesso? Bisogna agire in fretta: chiamo il parroco che ha organizzato la serata, gli chiedo se conosce quella madre, e al sì gli ordino di bloccarla, appena posso faccio sapere. Ordino una copia con il corriere espresso, due giorni e la porto a casa mia in confezione dono, il prete (in moto, che è sportivo e di strada) passa a ritirarla: la consegna avviene proprio per il compleanno, in tempo e di persona.
La signora mi chiama qualche giorno dopo, il parroco le ha dato il mio numero: libro letto da entrambe, piaciuto molto, meraviglioso, grazie davvero.
Tiro un sospiro mentre mi parla: è andata, mi dico. E non so nemmeno come.


Per restare quasi in tema: leggere come terapia.

5 Commenti

  • Ida Bamberga Premarini Posted 4 Novembre 2021 17:48

    Un meraviglioso gioco delle parti. L’importante è certo il felice risultato del dibattito, ma non si devono sottovalutare neppure i faticosi passaggi tra la materna richiesta, fumosa quanto accorata, e il suggerimento, competente quanto inevitabilmente temerario. Una scena assai godibile che, dopo una partenza in adagio, si scatena in una frenetica ricerca della soluzione. Neppure il parroco motociclista è trascurabile, nella sua immediata disponibilità verso il buon esito della trattativa. Credo che la cosa più appagante sia stata quella di aver azzeccato un libro gradito da madre e figlia (adolescente in crisi, si badi bene!). E vissero tutti felici e contenti…

  • Emilio Capelli Posted 30 Ottobre 2021 15:24

    Non conosco così bene l’inglese. Però avere una libreria da gestire in proprio
    sarebbe anche per me un sogno. Leggere (sopratutto),discutere eccetera.
    Se riesco ho intenzione di regalare ai fratelli e nipoti un certo numero di libri, così da sfoltire la mia libreria che sta ivadendo casa e la moglie non è tanto consenziente. I romanzi sopra citati li ho tutti e li ho apprezzati.
    Ci si firma qui ? Con i propri dati o con qualche NIK NAME ? E’ un pezzo che non ci sentiamo ! Non hai più scritto ?
    Emilio Capelli

    • claudio calzana Posted 30 Ottobre 2021 17:20

      Caro Emilio, che piacere leggerti! Capisco il sogno di avere una libreria, vivere in mezzo ai libri è una gioia infinita che dà sicurezza e pace. Quanto a me, blog a parte e qualche racconto, che trovi sempre su queste colonne, non ho più intrapreso romanzi, per varie ragioni. Non ultima la convinzione che il cosiddetto mercato editoriale sia una specie di torneo che non mi appassiona come un tempo. Un caro saluto

  • Cipi67 Posted 26 Ottobre 2021 22:03

    Per me il libraio è il mestiere più bello del mondo. Sbaglio?

    • claudio calzana Posted 26 Ottobre 2021 22:10

      Forse sì, caro CiPi, però non dimentichi che i libri pesano, fanno tanta polvere e fare il libraio non arricchisce per niente, anzi. Ancora: i libri che fanno fatturato non è detto che siano proprio quelli preferiti dal libraio, che magari invece fatica a piazzare i suoi preferiti. Insomma, mestiere bello fin che vuole, ma anche dannatamente complicato.

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