Il quotidiano e lo straordinario

La prima pagina de L’Eco di Bergamo del 13 aprile 1961

L’idea non era mia, ma dell’artista Matteo Rubbi, che ai tempi in cui lavoravo a L’Eco mi propose una provocazione tanto divertente quanto ardita. In occasione dei 50 (oggi 60…) anni dall’impresa di Gagarin, perché non ristampare il giornale dell’epoca, proprio quella di cui in alto campeggia la prima pagina? Tutto qui? Eh no: la faccenda più stuzzicante era nel seguito. Depositare copie del giornale “antico” in una trentina di bar lungo il percorso che collega la sede del giornale alla Gamec, che ospitava una mostra dedicata all’evento. Per poi andare a vedere di nascosto l’effetto che fa, come cantava Jannacci. Allora, immaginatevi la scena: l’avventore entra per il consueto caffè, chiede il giornale, e il barista complice gli rifila non quello del giorno, ma quello di 50 anni prima. Sbigottimento prima di tutto per le dimensioni, praticamente un lenzuolo a confronto del formato attuale, senza dimenticare la scomparsa del colore; a seguire curiosità per capire che cavolo stesse succedendo, domande varie al barista per sapere cosa si erano pensati quelli dell’Eco; poi lettura del summentovato lenzuolo, mica capita tutti i giorni di trovarsi tra le mani un così spettacolare reperto, tanto da arrivare quasi sempre al “furto” finale dell’oggetto. Spiando le facce degli avventori, e riflettendo insieme all’artista sull’esito dell’installazione, mi sono convinto una volta di più che il processo artistico è frutto di una sostituzione volta a generare sorpresa: ti aspetti questo (il giornale di oggi) e ti sorprende quello (il giornale di 50 anni prima). E ciò accade anche impiegando materiali poveri come un quotidiano, che fin dal nome annuncia la sua effimera vocazione. Solo l’arte sa rendere straordinario ciò che è quotidiano.


L’arte vi interessa? Ecco i miei post sul tema.

1 Commento

  • Sandro Posted 9 Aprile 2021 21:43

    Avrei proprio voluto esserci….

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