L’ho promesso, eccomi qui. Vi racconto la mia prima volta con un libro, diciamo meglio con un testo. Parto da come ho imparato a leggere, sennò non ci si diverte. Dunque, autunno del 1961, venivo spesso parcheggiato davanti alla tv, i miei lavoravano, ovvero mia mamma era parecchio impegnata con mio fratello, nato da poco. A quei tempi la scelta in tv era minima, qualcuno lo ricorderà. La mia trasmissione preferita era Non è mai troppo tardi; con il mitico maestro Manzi che insegnava a leggere agli analfabeti. Non quelli di ritorno, proprio quelli di andata, allora in Italia ce ne stavano parecchi. Guarda che ti riguarda, lettera dopo lettera, mi sono convinto di saper leggere. Ma non il pomeriggio, durante la trasmissione, no, il giorno dopo, la mattina, quando penso di aver messo insieme tutto quel guazzabuglio di segni. Morale mi presento a mia mamma e le faccio: «Ho imparato a leggere”» Si badi bene: ero convinto di saper leggere, ma fino a quel punto non avevo letto un tubo. Lei mi rimanda il classico «sì, figurati», e io vado in cerca di qualcosa da leggere, per darle la prova. I libri stavano svariate spanne sopra di me, fuori portata; giornali non ne ho trovati, morale mi avvento sulla prima cosa che trovo, una scatola di cerini, e tutto trionfante leggo, davanti alla mamma: «Fiammiferi!». Lei mi fa, “come no, lo sanno tutti che sono fiammiferi! Ci voleva tanto!”. Allora mi incavolo di brutto, e leggo di filato tutte le specifiche di legge, quelle a corpo 5, per non dire meno. Lei rimane con mio fratello a mezz’aria. Avevo tre anni e mezzo, non ho mai più provato una soddisfazione simile.
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Il Maestro Alberto Manzi, Maestro con la M maiuscola. Uomo meraviglioso
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