Con il legittimo orgoglio del padre, vi propongo l’editoriale di mia figlia Chiara per l’ultimo numero del giornalino scolastico da lei diretto. Questo pezzo mi piace molto, ma non vorrei che fosse per la parentela. Insomma, son curioso di sapere che ve ne pare.
Ecco il testo di Chiara.
Vento di Primavera porta follia in redazione. Non che prima si fosse del tutto quadrati, ma forse ci mascheravamo un po’ meglio. Costretti ad osservare che il mondo se guardato con occhio razionale si presenta del tutto privo di senso, abbiam deciso che è inutile affannarsi: lasciato il senno sulla luna talvolta ci si gode meglio il sole. E così eccoci a scriver di capriole, alchimisti, apocalisse, treni che non portano da nessuna parte, guerre che giocano a nascondino. Noi esseri umani che ancora ci aspettiamo di trovare buon senso in un mondo dove solo un nonsense può cogliere la vera natura delle cose. Folli, illusi, disperati! Fuggiamo, giochiamo al “se fossi”, riscoviamo quella fantasia che quando eravamo bambini è stata assopita dai troppi succhi di frutta davanti alla televisione. “La vera gioia di vivere è una canestra di ciliegie senza dubbi”. Non trovate anche voi che sia meraviglioso annusare in Aprile tutti quei colori che l’inverno ci aveva nascosto? I giubbini leggeri, le scarpe bianche, il primo fiore in giardino – assieme a spaventevoli insetti, che niente è poi tutto bello. È davvero tanto difficile mettere un paio di occhiali ed ascoltare il mondo là fuori senza che passi attraverso uno schermo? Si narra la storiella buffa di quel signore che un giorno, passando per strada, vide distintamente un uomo inciampare a causa delle stringhe slacciate e morirne sul colpo. Tornato a casa il telegiornale gli disse che era stata la moglie a spingerlo, che di certo lo odiava per via dell’amante ventenne… “Ovviamente” disse il signore, “deve averlo ucciso lei! Occhi miei, perché avete tentato di ingannarmi?”. Ne rideremmo, se non ci fosse da piangere. Il fatto è che ci fidiamo così poco dei nostri sensi, aggrappandoci a Verità che ci vengono presentate come sicure certezze, confezionate e messe sotto plexiglass per rimanere sempre uguali a se stesse. Ragionamenti inattaccabili costruiti su una realtà nient’affatto razionale e schematizzabile. Benvenuti nel Medioevo telematico. Perché l’uomo per viver sereno ha bisogno di “auctoritas” che gli indichino una chiave di lettura del mondo? Perché se un bambino (di quelli che san ancora giocare) vede un mondo di fate e folletti in una scatola, noi non possiamo pensare che ci sia di più dietro le storie di buoni e cattivi che popolano gli schermi? Non si tratta di bianco e nero, ma neppure di grigio: ci si accorge con poco che nel mondo ci sono anche il giallo, il verde, il lilla. Quel blu così scuro che sembra la malinconia fatta colore, e il rosso, sangue che pompa e dà vita. Un vortice, una tavolozza, un arcobaleno con 7 miliardi di colori. “Quando si chiude un uccello in gabbia, una stella vacilla nel cielo”. Non siate i vostri carcerieri. Lasciamo le stelle fisse là dove stanno, piuttosto andiamo a toccarle. Giusto per bruciarci un po’ e capir se son vere.
16 agosto 2021: oggi, a oltre 9 anni dalla stesura, rimetto mano con affetto a questo post. Nel frattempo, Chiara si è laureata in Antropologia, è dottoranda in Antropologia Culturale e Sociale all’università di Milano Bicocca. Sta approfondendo il tema della memoria collettiva dopo sciagure come quella del Vajont. Rileggendo il suo testo di allora, trovo la conferma che nemmeno oggi saprei scrivere bene quanto lei.
Se poi volete sapere qualcosa di mio figlio Marco….
7 Commenti
Bravissima Chiara!! Posso immaginare l’orgoglio del babbo…..d’altronde è quello che ha respirato in casa….l’amore e la cura per le parole…
“La cerqua non fa le melarance”, dicono a Senigallia. E qui mi pare che la quercia sia proprio ben sviluppata. Complimenti-issimi a Chiara. E al suo papi-mentore, ovviamente. Ché certe qualità si fertilizzano per osmosi fin da piccoli…
Il testo è molto bello e se non avessi saputo che è di Chiara avrei pensato fosse il suo…complimenti
Veramente in gamba la figliola, è un piacere leggerla!! Non so quanto sia “tutta il suo papà..” , ma a me ricorda tanto “la sua mamma” a quell’età… ciaoooo
Io non sono nessuno ma leggo tanto e mi è piaciuto! Fresco e brillante… 🙂
Grazie, Paolo, è una consolazione avere dei riscontri come il tuo. Senza dimenticare poi che la ragazza è in vantaggio di 35 anni sul suo papi…
Eh no, Claudio, non ti sbagli. E non è l’orgoglio del padre che ti tradisce: il testo dell’editoriale è ottimo, che sa come puntare alla profondità delle cose restando leggeri come piuma. Tutta il suo papà. ciao
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