Siccome il gioco di fotografare cartelli e avvisi spopola, ecco una mia recente conquista “rubata” al mercato. Qui di mira sarebbero i topastri; ma è chiaro che il vero bersaglio sono le suocere, porelle. Per dar lena al pregiudizio che le vuole impiccione e sgradite, ecco che l’anonimo estensore rafforza i valori condivisi (e qui siamo all’epidittica, direi), portando ilarità sul binomio suocere e veleni. D’altronde la retorica prevede che per essere efficaci i discorsi debbano docere, movere e delectare, e qui si delecta mica male. Insomma, siamo nel solco di Isocrate, Cicerone e Quintiliano.
Suocere e veleni
e poi …
Cartoline, che passione!
Alfredo Panzini, Archivio fotografico Sestini, Bergamo, cartoline, Elsa Morante, Emilio Moreschi, Fondazione Sestini, Fondo Cittadini, Francesco Jerace, Italo Calvino, Lucio Mastronardi, Ludwig Wittgenstein, Marc Bloch, memorie bergamasche, Museo delle Storie, Nadia Bassis, Nomos edizioni, Roberta Frigeni, Roland Barthes
3 Commenti
Quindi scompare il delectare e avanti con le suocere… bene!
Docere, movere e… suocere…
Sarebbe stati meglo scrivere veleno per suocere, da non usare per i topi…
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