In una stazione della metropolitana a Parigi le parole della Dichiarazione dei diritti dell’uomo |
Tempo addietro mi ero ripromesso di parlare più diffusamente del volume di Sabrina D’Alessandro, Il libro delle parole altrimenti smarrite, edito da Rizzoli. Libro che propone parole desuete -per non dir ignote- in un ordine divertente e curioso, che invita alla scoperta. Il volume vale la pena di compulsarlo come capita capita, aprendo a caso le pagine per scoprire espressioni che svelano oggetti e concetti che val la pena di custodire. L’obiettivo del lavoro, svela l’autrice, è quello di “dilettare lo sfiancuto verbo cittadino”, perché la quotidianità del nostro dire si adegua purtroppo alle povere cose che ci stanno intorno.
A mio avviso la peculiarità di questo volume non è solo quella di proporre termini dal cuore antico, ma anche un’altra, di carattere tipografico: la parola prescelta se ne sta infatti a centro pagina, sola soletta in corpo grande, con sotto, ma in corpo minore, la definizione. Rispetto a un qualunque repertorio, qui le parole desuete hanno una pagina tutta per loro, come a voler restituire a questi lemmi la dignità che il parlar quotidiano nega ad ogni fiato. Ecco allora che ciascuna espressione, tolta da chissà qual armadio, spolverata per bene e vestita della festa, fa bella mostra di sé pur con qualche rossore, come al gran ballo delle debuttanti. Smarrita, ma non nel senso univoco e primo, semmai confusa da un rattovolante buscherio. Loro, queste parole così impollute, ma anche rapevoli e un poco profidiose. In effetti magari è la prima volta che a certe espressioni capita di avere tanta attenzione, tanta cura, magari non capiterà più. Eccola qui la meraviglia del libro: ogni parola ha attorno lo spazio, il bianco che si merita, finalmente. Così possiamo metterla a fuoco per bene, donarle il tempo che ci vuole, ritenerla a mente, provare magari a inserirla in un qualche discorso. Certo, nel farlo ci attireremo lo sguardo perplesso di qualcuno, per non dir la compassione: ma non prendiamocela con certi mammalucchi bavoni, si vede subito che hanno poco da dire e ben altro da fare.
P.S. Che voglion dire certe parole sgalembe qui inserite? Anche se sono acciapinato, a domani la spiega.
Aggiungi Commento