Scolta? Arruffio?

Montale e l’upupa

Ebbene sì, ieri ho ceduto di nuovo all’impulso di usare delle parole desuete e belle, che immagino come certi animali a rischio estinzione. Ho impiegato “scolta”, ovvero guardia, sentinella, e “arruffio”, ovvero disordine, caos. A proposito di scolta sentite il Cesarotti come traduce un brano dell’Iliade: «Col cibo pria, poscia col sonno ai corpi / diasi ristoro, ma le caute scolte / errino intorno, e sien tra lor divisi  /della veglia gli uffizi». Del disordine cui si apparenta, «arruffio» ha tutta l’animazione improvvisa. Viene in mente il Montale di «Giorno e notte»: «Giù sul trespolo s’arruffa il pappagallo / dell’arrotino».

Se vi va, qui trovate tutte le parole belle pubblicate sul mio blog.

2 Commenti

  • Claudio Calzana Posted 24 Novembre 2010 10:01

    La vita come arruffio, tema pirandelliano quant'altri mai, che la trama evoca, imita, richiama. Grazie, Paola, grande citazione.

  • Paola Posted 24 Novembre 2010 10:01

    Un bell'esempio tutto pirandelliano, a proposito dell'essere e e della maschera:
    "L’ARRUFFIO, se c’è, dunque è voluto; il macchinismo, se c’è, dunque è voluto; ma non da me: bensì dalla favola stessa, dagli stessi personaggi; e si… scopre subito, difatti: spesso è concertato apposta e messo sotto gli occhi nell’atto stesso di concertarlo e di combinarlo: è la maschera per una rappresentazione; il giuoco delle parti; quello che vorremmo o dovremmo essere; quello che agli altri pare che siamo; mentre quel che siamo, non lo sappiamo, fino a un certo punto, neanche noi stessi; la goffa incerta metafora di noi; la costruzione, spesso arzigogolata, che facciamo di noi, o che gli altri fanno di noi: dunque, davvero, un macchinismo, sì, in cui ciascuno volutamente, ripeto, è la marionetta di se stesso; e poi, alla fine, il calcio che manda all’aria tutta la baracca.
    (da 'Avvertenza sugli scrupoli di fantasia', postfazione a 'Il fu Mattia Pascal' )

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