La mia prima volta dal fotografo

Va da sé che quando si è piccoli capita che i genitori ti fotografino in tutte le salse, anche dalle parti di un cigno, per dire [vedi post precedente]. Ma un tempo – eh, mi tocca proprio dire così – c’era la balda usanza di andare a farsi fare la foto, quella da distribuire ad amici parenti vicini, dal fotografo quello vero. Nel mio caso, la prima volta è accaduta quando mio fratello, tre anni meno di me, è arrivato all’età di poter stare seduto, intorno ai nove mesi, direi, ovvero fine 1961. Morale andiamo dal Birondi, se non ricordo male il nome, amico di mio padre e istituzione fotografica cittadina, che mi fa: “Abbraccia tuo fratello”. Ora, mio fratello in quanto intruso mi stava abbastanza sulle scatole, figurarsi abbracciarlo. Morale, l’ho fatto a modo mio, stringendolo a cravatta a tal punto da scatenare le di lui giuste lamentele, sotto forma di pianto a dirotto. C’è voluto del bello e del buono per ricomporre il quadretto e scattare l’immagine giusta: ma chi oggi desse un occhio alla fotografia, si renderebbe conto che né io né mio fratello siamo tanto per la quale. Da allora, devo confessare che ho sviluppato un certo disagio nel farmi ritrarre. A proposito dell’immagine qui allegata: chiarisco che non siamo mio fratello ed io…

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