Lacrime e digressioni

È sempre con grande emozione che leggo i commenti inviati dai lettori per le mie digressioni tematiche. A proposito delle Lacrime ho ricevuto spunti, commenti e rimandi. Così il mio lavoro si completa che è una meraviglia. Grazie a tutti di cuore.

Buongiorno Claudio,
grazie per questi approfondimenti sul tema delle lacrime, che ho particolarmente gradito. Ho molti ricordi legati alle lacrime, che hanno accompagnato alcuni momenti importanti, in positivo e in negativo, della mia storia personale e di alcune persone che ne hanno fatto parte. Conservo l’impressione della difficoltà di comprendere le lacrime altrui, in particolare quando non c’è la volontà di rivelarne il significato, a mio parere per mantenere un certo distacco e riservarsi una quota di mistero, di incomprensione. Sembra paradossale, ma a volte certe lacrime sono anche “utilizzate” per agire sull’atteggiamento altrui (per intenerire, impietosire, ammorbidire e altro); almeno questo è ciò che ho riscontrato in diverse occasioni. Accenni ad un ultimo ricordo musicale e canoro. Oltre alle canzoni da lei citate, ricordo Rain and tears di Demis Roussos (anche nella versione italiana) e À l’est d’Eden di Vichy Leandros, versione francese di Guardian Angel dei Masquerade (molto belle anche le versioni italiana e tedesca di Nino D’Angelo La valle dell’Eden). Il testo di À l’est d’Eden dice che «quando una lacrima è soltanto una goccia d’acqua siamo lontani dall’Eden». Oggi siamo ancora capaci di lacrime e sudore o soltanto di acqua? Sì che lo siamo, come siamo ancora capaci di essere umani e di essere cristiani. Lo credo fortemente.
Un sentito ringraziamento per questi spunti di riflessione, per me preziosissimi.
Angelo Brambilla

Ho letto le tue digressioni sulle lacrime. Farti complimenti è banale. Sono senza parole. Uno dei punti più alti della tua scrittura. Grazie per quello che fai. Riesci a trasmettere quanto ami e hai amato la lettura, la letteratura, ogni forma d‘arte. A proposito di arte: ecco il finale di Luci della città.
Mario

Lacrime. Ho letto con piacere le illuminanti pagine proposte sul tema e ne ho goduto tutte le sfaccettature sociali, sentimentali, umane e spirituali. Tutte vere, e condivisibili. E chi le lacrime non le ha? Io, per esempio, non godo di questo privilegio da diciassette anni, da quando sono stata ‘aggredita’ dalla Sindrome di Sjögren, non mortale, ma non curabile. Cos’è successo? Una banalità: il sistema immunitario mi ha azzerato le ghiandole lacrimali in modo irreversibile. Durante il giorno sono costretta a ricorrere spesso alle lacrime artificiali per non fare essiccare gli occhi, ma credetemi, non è assolutamente la stessa cosa. Nel cuore le emozioni ci sono tutte e con tutte le intensità delle varie circostanze, ma non mi è mai dato di esternarle con una bella e liberante lacrimata, di gioia o di dolore. Pensate un po’, devo dichiarare fortunati coloro che possono dire: “Non ci resta che piangere”, perché hanno una chance in più di me!
Ida

Che belle queste ultime digressioni! Così ispirate, semplice e insieme profondissime. Grazie, grazie davvero. Le sue parole mi hanno suscitato sentimenti contrastanti: emozioni per via di ricordi che hanno a che fare con le lacrime, sorpresa nel ritrovarmi in alcune delle situazioni descritte, desiderio di partecipare al gioco con citazioni, musiche e film che con le lacrime hanno a che fare. Contribuisco alla compilation con questa canzone di Piero Ciampi.
Lella Pirani

Le lacrime, mai una volta che tornino da dove sono venute. Scorrono e si perdono. Eppure, proprio quando sentiamo che le abbiamo perdute, ci rendiamo conto che sono essenziali, decisive, che ci consentono di guardare avanti e oltre, dopo l’iniziale sfocatura. Pare che ne possano produrre all’infinito, e forse questo accade perché infinito è il bisogno di ricominciare ogni volta e daccapo.
Chiara


Le digressioni di giugno si occuperanno di calcio, sport epico per eccellenza, il più importante tra le cose meno importanti. Se non siete iscritti a digressioni potete farlo qui.

4 Commenti

  • ciro Posted 13 Giugno 2023 21:11

    Una leggenda narra dell’eroe spartano Falanto, che, partendo dalla terra di Sparta verso nuove terre da colonizzare, ebbe a consultare l’oracolo di Delfi. Il responso decretò che avrebbe dovuto fondare una città quando sarebbe caduta pioggia da un cielo sereno e privo di nuvole.
    Dopo molto vagare e sofferenze, fermatosi sfinito alla foce del fiume Tara, si addormentò tra le braccia di Ethra, sua moglie. Pianse Ethra, sfinita e disperata e le sue lacrime piovvero, sotto un cielo azzurro e splendente, sul viso di Falanto. Così Taras fondò la sua città, Taranto, consacrata al culto di Poseidone.

    • Claudio Calzana Posted 13 Giugno 2023 23:53

      Che storia meravigliosa, Ciro! Non la conoscevo proprio, grazie per averla raccontata, impreziosendo la mia breve storia delle lacrime.

  • Gioacchino Leva Posted 13 Giugno 2023 13:47

    Le lacrime sono forse la cosa più personale che abbiamo, quella in cui riversiamo (appunto!) quel che ci caratterizza. Ho apprezzato la sua breve storia proprio perché ha saputo toccare quasi ogni aspetto di questa speciale forma di vita. Grazie.

    • Claudio Calzana Posted 13 Giugno 2023 23:53

      Grazie a lei, Gioacchino. I commenti dei lettori sono la parte più preziosa del mio lavoro, la prova che qualcosa si semina davvero.

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