Neve in vitro è un racconto, anzi un dono, che Marco V. Burder ha voluto fare a tutti noi in occasione di santa Lucia. Non solo: l’Autore ci propone una versione da lui musicata dell’austriaca Stille Nacht, in italiano Astro del Ciel, e sempre da lui suonata con un fagotto, un flauto traverso, un’arpa e una celesta. In coda al brano, gli auguri espressi dai suoi animali domestici, il cane Border e dal gatto Olaf. Dimenticavo: anche l’immagine di copertina è opera di Burder, che padroneggia a meraviglia ogni arte e disciplina.
NEVE IN VITRO
Il volteggio della neve finta nella boccia di cristallo, col minuscolo panorama di Venezia affondato in una laguna minima: su quel mondo racchiuso calava una felice malinconia. Al di là, oltre i vetri della finestra, scendeva la neve vera dell’inverno, che ne sembrava un’imitazione ingrandita. In quella stagione, Kaspar disponeva le briciole del pane residuo sul davanzale, ai passeri e ai merli, soprattutto nelle giornate gelide, così da guadagnarsi la ricompensa dell’angelo. E com’era d’aspetto, quell’angelo? Da dietro il vetro appannato, il bambino spiava gli uccelletti beccolare e subito sentiva un calore beato sommergerlo in una specie di abbraccio invisibile [segue]
4 Commenti
Splendida prosa, ammaliante, che si sposa bene con il ricordo infantile della neve racchiusa. Che poi questo signor Burder riesca in ogni arte è mirabile, fa pensare a un gruppo di autori, non a una sola persona. Complimenti davvero
Gentile Gioacchino, la ringrazio a nome del signor Burder, che certamente gradirà le sue parole. Io spero che questo straordinario Autore abbia ancora voglia di regalarci qualcosa di suo, il mio blog ne risulta ogni volta impreziosito e migliore.
Bel racconto che rivela una scrittura gradevole e profonda nello stesso tempo. Si adatta bene al periodo prenatalizio che stiamo vivendo.
Grazie infinite, Lucia, Burder sarà certamente lieto del suo gradimento.
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