Suave, mari magno

L’epicentro del sisma del 1980 fu identificato tra i Comuni di Teora, Castelnuovo e Conza della Campania, la parte rossa della mappa.

[3] Il viaggio verso Teora lo ricordo bene: strade ingombre di detriti, viottoli necessari per aggirare sbarramenti e frane; il cielo grigio, nemmeno l’ombra di un sole. Salite impervie, che obbligavano a procedere in prima, con il motore in preda al tormento, e superata una curva l’improvvisa visione di un paese sconvolto ti prendeva la gola. Certo, avevamo visto servizi in tv, letto giornali, ascoltato testimonianze dirette: ma così, in prima persona, il disastro assumeva i tratti di un’immane sciagura. Nel furgone prevaleva il silenzio, o perlomeno non ricordo chissà quale discorso. Probabilmente avremo domandato ragione di questo e di quello. Ma già in quel momento era evidente che da presso il terremoto era faccenda diversa da quella vissuta a distanza. Qui potevi toccarlo con mano, là potevi giusto immaginarlo, e sentirti al riparo. Come scrive Lucrezio nel De rerum natura, un conto è assistere a un naufragio dalla riva, e quasi la vista ti rassicura, anzi un brivido di piacere ti percorre perché sei al sicuro, lontano dalla furia del mare e del vento; altro è star sulla barca scossa dai flutti, e provar quel terrore che rifiuta ragioni, che si esprime soltanto per inutili grida; così noi, sbalzati dal comodo divano di casa, ci avvicinavamo pian piano al cuore del sisma, all’epicentro maggiore. Negli occhi, il silenzio smarrito di quel paesaggio dolente e diruto.

Suave, mari magno turbantibus aequora ventis,
e terra magnum alterius spectare laborem;
non quia vexari quemquamst iucunda voluptas,
sed quibus ipse malis careas quia cernere suave est.

È dolce per noi, quando il mare è grosso e il vento solleva
le onde, osservare da terra il grande affanno degli altri.
Non che le loro sofferenze ci facciano piacere, questo no,
ma è dolce renderci conto dei mali a cui siamo sfuggiti.

Lucrezio, De rerum natura, libro II, traduzione di Milo De Angelis, Mondadori Editore.

Il centro di Teora devastato dal sisma.

La quarta puntata.

Tutte le puntate del mio Ritorno in Irpinia.

2 Commenti

  • Alan Posted 19 Ottobre 2022 12:44

    La citazione da Lucrezio è davvero perfetta per rendere lo stato d’animo di chi, impotente, assiste a una tragedia ed è felice d’esserne scampato. Grazie

    • Claudio Calzana Posted 19 Ottobre 2022 20:29

      E vale la pena di leggere il poeta nella recente traduzione di Milo De Angelis, semplicemente unica. Basta pensare che il poeta ha incontrato Lucrezio alla maturità, dedicandogli una tesina, e poi per tutta la vita lo ha coltivato e tradotto: cioè per oltre 50 anni…

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