Postilla sulla Trilogia

Marco V. Burder, Spiritello scolastico, o Pan scrivano da piccolo

Al termine delle tre opere considerate (Esperia, Lux, La cantante), mi son chiesto se, intese come un unico corpus, mostrino più ombre o più luci.
— L’ombra prevale se le penso “come se” le avessi scritte io; infatti, essendo l’identificazione (coi personaggi e soprattutto con l’autore) il minimo requisito di chi legge da dilettante, ammetto che non sarei mai riuscito a concepire e a produrre dei romanzi come Esperia, Lux e La cantante. Non rientrano nella mia indole.
— La luce ha invece la meglio se la annetto al genere che le identifica, e nel quale io non mi sento a mio agio, ma che li accetta a braccia aperte come esemplari di non poco valore. E il motivo di tale valore di genere consiste, a mio avviso, nell’abilità di Calzana d’essere scrittore arguto, sia pure addossato all’intenzione del narratore partecipe. Una doppia natura che crea il particolare clima della sua prosa.
Per Calzana, i personaggi della trilogia sono anche persone, e dunque se ne avverte il coinvolgimento nel recupero memoriale del loro carattere, delle loro imprese, dei tempi loro. Per me, come per qualsiasi altro lettore anonimo, essi sono soltanto personaggi e come tali vengono giudicati: se divertenti, o deludenti, o commoventi. Per questo, nonostante la fotografia dei suoi nonni in Lux, che indica quale sia la sua propensione d’autore e la sua probabile sensibilità emotiva nei confronti dei testi, uno come me, lettore generico, non può che parteggiare per Esperia, deprecando la trascuraggine insulsa di cui è oggetto da parte del coniuge, ancor più quando per tramite di “una” film su Buffalo Bill tenta di trattenere nel mondo ciò che dal mondo è scomparso per sempre. Proprio quello che ha fatto l’autore. Perciò, nonostante Esperia appaia, come essere umano attivo (non come automobile o altro), nel secondo volume della trilogia, mi viene spontaneo sentirla come testimone di mattane altrui, ma anche come consapevole della fragilità di quanto il mondo ci ha dato e di quanto ci ha negato. Personaggio laterale rispetto la narrazione, ma centrale rispetto l’evocazione.
Infine: la lettura dei testi orobici di Calzana non affatica per nulla chi li percorre; essi scorrono con l’andatura “ferroviaria” (così Alberto Savinio a proposito di Guy de Maupassant), veloci e maneggevoli, con l’eccezione di quelle sorprese linguistiche o di concetto che talvolta fanno sobbalzare il convoglio in corsa e che costringono il lettore a guardare meglio fuori dal finestrino, caso mai abbia sbagliato treno.


Qui tutte le recensioni di Burder ai miei romanzi.

2 Commenti

  • Matteo51 Posted 27 Luglio 2022 13:14

    Certo che questo Burder scrive proprio bene. Possibile che non abbia scritto qualche libro? In rete ho trovato più niente che poco…

    • Claudio Calzana Posted 27 Luglio 2022 16:43

      Gentile Matteo, come ho già scritto rispondendo ad altro lettore (o lettrice, non ricordo) il signor Burder è persona schiva, oltre che sapiente; dubito, per quel poco che so, che abbia scritto, o quanto meno pubblicato qualcosa. Di fatto, questo blog è l’unica tribuna sulla quale ha fin qui accettato di comparire, e questo mi onora oltre misura.

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