Pubblico a seguire la recensione al mio romanzo Esperia (con tanto di gustoso aneddoto) scritta dal dottor Giuseppe Aresi, dottore inteso proprio come medico specialista. Che vi devo dire? Andare dal dottore e parlare anche di libri, dei propri romanzi intendo, beh, è impagabile. Grazie infinite, Giuseppe.
Pochi mesi fa, una mattina d’autunno, appena entrato in ambulatorio, ho ricevuto un messaggio da parte di un mio paziente. Dalla cronologia di whatsapp mi rendo conto che le nostre strade si sono già incontrate anni prima. Cercando un eventuale precedente referto all’interno del pc, vengo inaspettatamente indirizzato ad un blog online. Rimango per qualche secondo inerte per lo stupore, mi trovo “costretto” a selezionare il link comparso sul monitor. Mi si apre un mondo. Una serie di articoli, riflessioni, appunti… Mi scusi se uso questi termini, temo di dare loro una connotazione impropria. Mi permetto di curiosare nella biografia dell’autore ed apprendo che si tratta di un ex professore di filosofia del Sarpi. Strabuzzo gli occhi. Devo rileggere. Professore di filosofia del Sarpi? Gulp. Quasi mi viene l’istinto di riprendere i libri e ripassare. Mi riprendo dall’ inerzia di prima. Do solo una rapida scorsa ai titoli. Oddio… mi assalgono i dubbi…retaggi del liceo… scorsa suona proprio male… non voglio fare figuracce. Per fortuna rispetto a 30 anni fa è più semplice trovare certe risposte e risolvere dubbi. Google ci aiuta. Comunque ho dato una veloce lettura, sostanzialmente limitandomi ai titoli e a poche righe dei vari articoli e mi rendo conto che sono estremamente variegati. Una parola cattura immediatamente la mia attenzione: Esperia. Si tratta del titolo di un libro, di un suo libro. Guardo la copertina. Un elegante signore baffuto e barbuto seduto su una auto dei primi del 900. Esperia per noi bergamaschi è la scuola di via Gavazzeni, l’Istituto Tecnico Industriale Paleocapa. In effetti… mi chiedo come mai questa scuola viene comunemente indicata come Esperia… Il tutto si svolge in pochi minuti. Dopo una ulteriore riflessione, inizio a visitare i pazienti prenotati.
Nel pomeriggio visito il paziente, effettuo una diagnosi, imposto la terapia. Prima di congedarci decido di osare. Rivelo al paziente l’aneddoto della mattina, chiedo lumi relativi al suo libro ed al titolo Esperia. Essendo un discreto lettore, chiedo dove posso acquistare il suo libro. Con estrema gentilezza si offre di portarmi personalmente una copia al successivo controllo. Appena mi consegna il libro leggo la dedica. Sarò banale ma ricevere un libro direttamente dalle mani dell’autore con tanto di dedica fa molto piacere. Nei giorni successivi inizio la lettura, mi aspetto un racconto piacevole e divertente. Ed è proprio così. I 4 simpatici personaggi sono uno più strampalato dell’altro, ognuno con le proprie caratteristiche ma tutti accomunati da ingenuità ed innocenza anche se il Dante, soprattutto, pensa di essere furbissimo. Ho sorriso molte volte durante la lettura. Per esempio ho trovato esilarante il momento in cui il Curnis va con la fidanzata al Gambrinus per parlare del piano di Dante. Ma sono moltissime le situazioni che fanno sorridere. Il linguaggio è elegante ed ironico, con l’introduzione di terminologia dialettale l’ambientazione appare reale ed i personaggi risultano vivi. Gli uomini sono apparentemente i protagonisti del romanzo ma le figure femminili sono trainanti, più furbe e scaltre rispetto ai 4 “tontoloni”. Al termine della lettura mi è sembrato di conoscere i protagonisti del libro, siamo diventati amici ed ho fatto il tifo per loro. Non può immaginare a quante persone ho raccontato l’origine della parola Esperia con cui viene comunemente chiamato l’Istituto Tecnico Industriale Paleocapa ed ho descritto l’arrivo di Buffalo Bill a Bergamo. Un pezzo della storia della nostra bellissima città, purtroppo, forse, troppo poco conosciuto.A questo punto posso esclamare solamente… sì, ma dopo? Sono pronto a leggere con entusiasmo gli altri 2 libri, Lux e La cantante.
Tutto quel che volete sapere su Esperia e non avete mai osato chiedere.
4 Commenti
Questo articolo su “Esperia” mi ha rimbalzato all’indietro, al novembre 2012, quando ho avuto tra le mani e sotto gli occhi il Suo romanzo fresco di stampa. Sono andata a riprenderlo dalla mia libreria e adesso me lo rileggo con grande piacere, sicura di trovare una ricchezza di sfumature e dettagli che mi erano sfuggiti, come sempre accade con opere veramente belle e intelligenti. Certamente rivivrò tanti momenti di divertente coinvolgimento nelle avventure degli incredibili protagonisti, nuovamente apprezzando la seria documentazione dei fatti raccontati. Cosina non trascurabile…
Riuscire a far sorridere (e magari ridere) in momenti come questi è un autentico dono del cielo (e di Calzana)! Quanti “grazie” dovremmo esprimere?
Sapesse che bello, carissima Ida, incontrare lettori, anzi ri-lettori, meglio ancora ri-lettrici, come lei! Mi lasci dire che il grazie è tutto mio, e dal profondo del cuore
Bello trovare professionisti, in particolare medici, che amano leggere, non è cosa da poco e nemmeno scontata. Con tutto quel che succede farsi domande e trovare risposte anche grazie ai libri è doveroso
Questa è proprio forte! Complimenti al dottore e allo scrittore.
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