Prologo poetico al 2022

© Getty Image

Di questi tempi con gli auguri bisogna andarci cauti. Per il 2022 prendo a prestito l’esergo dell’ultimo volume di Franco Scarabicchi, il poeta marchigiano recentemente scomparso. Il Prologo de La figlia che non piange (Einaudi, 2021) recita così:

Si decida il contabile del tempo
a restituirci gli anni non vissuti,
tutti i sogni, le cose, i persi sguardi,
le idee che vanno, veloci, a scomparire.
Che si decida presto a rimborsare
quanto ognuno ha mancato,
smarrendo dell’amore il caro nome.

L’augurio del poeta ha l’effigie del rimborso: in chiave di bilancio, la partita doppia ci vede ancora in debito e smarriti, poveri di sogni, persi sguardi e idee che si dileguano all’istante. Ma se qualcosa abbiamo perduto, suggerisce sempre Scarabicchi, quel qualcosa ha un nome certo: amore. Questa è a suo dire la strada, la direzione chiara. Non bisogna aver timore di ritrovare intatto, come sotto la neve, quel che il contabile del tempo ci ha levato di mano, neanche fossimo monelli ristretti a punizione. Sta dunque a noi pretendere a gran voce il caro nome, come bambini irriducibili e ribelli.

3 Commenti

  • Michela Posted 6 Gennaio 2022 10:39

    Poesia semplicemente meravigliosa, grazie

  • Davide Vari Posted 29 Dicembre 2021 14:45

    Che meraviglia, un caro saluto,
    Davide
    E ti risparmio gli auguri, ché di questi tempi bisogna andarci cauti.

    • claudio calzana Posted 29 Dicembre 2021 14:56

      Grazie, Davide. Un bell’abbraccio a te e ai tuoi cari.

Aggiungi Commento

Rispondi a Davide Vari Annulla risposta

Your email address will not be published. Required fields are marked *