Già nel 2008, l’artista svizzero Olaf Breuning si era posto il tema dell’invadenza nonché invasione delle notizie. Siamo a Trento, la performance Good news, bad news prevedeva di ricoprire 40 persone con fogli di giornale, a evidenziare plasticamente il fatto che le notizie ci nascondono e soffocano. Schiacciate sul viso, le pagine risultano illeggibili, impedendoci al contempo di vedere quel che accade attorno a noi, e magri pure di respirare; avvolte intorno al nostro corpo, complicano anche il più elementare movimento. Eravamo – siamo? – uomini di carta, privi di identità, diversi giusto per quel che ci ricopre e nasconde.
Nel nostro presente, dominato da pandemia e catastrofi climatiche, sovranismi assortiti, crisi economica e altre miserie, questa riflessione sull’informazione invasiva e insieme superficiale mi pare ancor più valida e vera. E se nel 2008 era la carta stampata a dominare, oggi è la rete che la fa da padrona: mi chiedo che opera Breuning realizzerebbe nel 2021. Forse ologrammi tridimensionali di persone avvolti da spirali di notizie, a simulare l’inconsistenza e l’invasione.
Una performance artistica realizzata da Matteo Rubbi in occasione dei 50 anni del viaggio di Yuri Gagarin.
2 Commenti
Potrebbe anche inventarsi una specie di tortura sonora. Titoli di notizie anche in più lingue letti per ore e ore a un malcapitato che non può sottrarsi all’ascolto. Tipo Arancia meccanica.
Gentile Anonimo, abbastanza terribile quel che lei propone. In arte io sono per le varianti poetiche, quelle che fan riflettere e sognare.
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