È un po’ che non mi occupo di design e dintorni, ci vuole tempo e dedizione che ultimamente scarseggiano. Eppure ne ho scritti di post su tema, la bellezza di 190, che trovate riuniti sotto l’argomento perfezioni. Perché il tema design l’ho chiamato proprio così? I motivi sono perlomeno una dozzina, ma per farla breve ve ne rendo due: uno, per realizzare certi progetti serve ingegno, fantasia in dosi massicce e soprattutto un pensiero alternativo e laterale che mi suona perfezione alquanto; due, proprio in quanto perfezioni, certe invenzioni sono poco adatte al nostro mondo sghembo e provvisorio, e a volte fanno a pugni con la comodità: è l’eterna sfida tra la bellezza e la funzione. Campione della bellezza direi Starck, che sulla funzione spesso manco si interroga; ideale rappresentante del funzionalismo piuttosto l’abate Lodoli, che già nel Settecento sosteneva che le sedie vanno pensate per il culo (non con, per…).
Orbene, tutta ‘sta premessa per presentarvi un binomio a volte necessario per ragioni di spazio, e comunque interessante per via della evidente parentela tra la bicicletta e i libri. E’ un modo spiccio per far capire come si è fatti: entri in un salotto così e sai già metà di quel che serve sull’occupante.
Creata dallo studio canturino BYografia nel 2011, questa proposta si chiama ovviamente Bookbike ed è pensata per chi non può manco per sogno lasciar la bici fuori casa e si deve adattare magari in pochi metri quadri. Certo, quando fuori piove non sarà comodo esporre la bici senza ripulita di fino. Ma insomma, sempre lì torniamo: bellezza o funzione?
Aggiungi Commento