Centone di parole belle

Modigliani, Donna con occhi blu, olio su tela (1917)

Nel mondo della rete si trovano libri gratis che si leggono neanche male. Tutti lontani dal gusto corrente, con i diritti scaduti da tempo. Roba del principio del secolo scorso, per non dir di fine Ottocento. Ogni tanto ne apro uno, anche solo per incrociare qualche parola bella. Di alcune di queste espressioni ho fatto un centone, che segue. Ricorda il ben più vivo racconto di Landolfi, che trovate qui, zeppo di espressioni oscure, quasi un’altra lingua, eppure. Dal mio modesto assemblaggio non so che ci caverete: forse il profumo del tempo che fu, se vi contentate. 

La signora procedeva incerta lungo i binari del tramvai, leggera nell’abito di tulle e lo scialle di zendado. Sotto il braccio una cartella in pegamoide, dalla vaga forma di clipeo. Sembrava sotto l’effetto del cloralio, tanto da rischiare a ogni passo di finire per le terre, o peggio offesa da un qualche repulsore. Ogni tre passi, brandiva in alto la teca quasi fosse un ancile, gli occhi accesi, di persona attossicata da pasticche di sublimato.

 

 
         

 

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