Niellare sta per lavorare artisticamente una superficie metallica, in genere di materiale pregiato. Una volta incisa, la lastra viene cosparsa di una miscela polverizzata e infine posta sulla fiamma, non viva, ma sufficiente a far sciogliere la miscela e a far risaltare il disegno. Poi lima e raschia levano il superfluo, facendo risplendere l’opera.
Il termine lo incontriamo in La Donna “Tipo tre” di Umberto Notari: i maschi risultano niellati da questa donna nuova, ovvero segnati, incisi, scavati; e poi messi a fuoco lento sulla fiamma, fino a modellare il disegno che questa nuova figura della modernità – la donna che lavora, che sta fuori casa, la donna emancipata, diremmo noi – che la donna tipo tre ha previsto per loro. Me li vedo, i poveretti, confusi da qualcosa di imprevedibile e nuovo. Niellati: potenza di un’immagine, potenza di una parola bella.
7 Commenti
Senta, parli per lei, per favore.
Ma come? Non siete voi il sesso forte? :-)))
Siamo fritti! 🙂
http://www.facebook.com/notes/paolo-giacomini/pollo-fritto/471520326316
Agli ordini, mio generale…
Ragazzi, non fate le vittime… :))
Perfetto, che dire di più? Se poi ci aggiungiamo i soggettini, ovvero i pargoli, siamo proprio cotti a puntino.
Claudio, mi son cercato l'etimo che son maniaco di 'ste robe. "Niello" – "Nigellum" – "Niger": Nero. Ovvero le femmine non solo ci hanno cotto a puntino ma, addirittura, ci han "fatto neri". Pure. 🙂
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