In un post di qualche giorno fa ho promesso a Ida di raccontare una storia di quando insegnavo. La mia lettrice, infatti, mi ha confessato delle discrete marachelle ai tempi in cui era studentessa, e mi ha chiesto se e come l’avrei punita se fossi stato il suo insegnante. Per tutta risposta, ecco la mia storia.
Correva non so più quale anno, e stavo raggiungendo la classe a cui ero destinato. Era una terza classico, al mitico Liceo Sarpi. Arrivato in zona, mi attardo non so perché in zona uscio, e da quella postazione scopro che in cattedra c’è un alunno, il Gianni. Il quale, nel divertimento generale, sta imitando alla grande la profe di scienze. Subito dopo, a grande richiesta, passa al docente di greco. Identico! A quel punto entro, il Gianni si rattrappisce e guadagna il banco. Mi siedo e lo chiamo: “Gianni, vieni qui”. Lui scivola verso di me, pronto al peggio. “Com’è che imiti tutti e a me niente?”, domando io. “No, è che…” balbetta lui. “Adesso mi imiti sennò ti becchi una nota”. Mi alzo e lo invito alla cattedra. Lui ci pensa su un po’, poi si siede, prende fiato e comincia. Vi dico solo che piangevo dal ridere, e la classe con me.
C’è un seguito di questa storia: a quel tempo preferivo ricevere i ragazzi piuttosto che i genitori, li ricevevo prestissimo, prima delle otto. A Gianni tenni un discorso più o meno così: “O ti butti nel mondo dello spettacolo o prima o poi fai fuori qualcuno per la rabbia di non averci provato”. Non so se a quel tempo il Gianni capì il mio paradosso, so che ora lavora in tv, ha collaborato con la Gialappa, per dire, con Jerry Scotti, ha fatto il presentatore, ha vinto premi importanti. È un talento e io ne sono orgoglioso.
Concludendo, cara Ida: fossi stato il suo insegnante, dopo aver ascoltato le sue parodie non l’avrei certo punita. Magari avrei pensato che senza di lei il varietà si perdeva qualcosa.
8 Commenti
My God che cattiveria il volo di Dumbo!!!
Eccome se volava…
E quando la Zenucchi aveva il peluche di Dumbo sul banco e il Calzana ha aperto la finestra (eravamo in torretta) e ha detto "vediamo se vola…"
La domanda della Gabbia non me la ricordavo…ma le tue imitazioni restano indimenticabili!!!quella di Valenti…straordinaria!!!
chi era il prof di greco? io un sospetto ce l'avrei…
Gianni, qui serve la prova televisiva…
All'epoca dei misfatti era mia intenzione fare le imitazioni solo per i compagni e all'insaputa del consiglio di classe.
Una volta sgamato dal prof CC però mi toccò di esibirmi davanti a quasi tutti gli insegnanti, tranne quello di greco e matematica che mai avrebbero permesso. Renato direbbe "ancora voi miei cari illustri professori, usciti indenni dalla scala dei valori…"
Mi ricordo di una volta in cui il prof CC terminò la lezione 5 minuti prima e mi disse "adesso ti metti in cattedra e fai tutto il consiglio di classe"
Quando arrivai, nella mia carrellata, a imitare il profe di matematica durante una lezione di fisica in laboratorio, la classe era stremata dalle risate; qualcuno si sentì male.
Il profe in oggetto teneva in mano una penna che, causa un leggero tremolio, non era esattamente immobile; lui però "la vedete la penna che è ferma? La vedete che non si muove? Questo in fisica è un punto di riferimento…"…
A domani per altri ricordi.
Tòn daaaa-dapamèi bomenòs-percosìdire-prosefè polùùùùmetis polùmetis Odùsseus.
Che nostalgia i versi in esametro che stranamente diventavano dodecasillabi, con un occhio alla metrica s'intende!!
Comunque sì, credo di conoscere il soggetto smarrito. Se solo mi fossi fatta i cavolacci miei quasi 4 anni fa…………. =D
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