Sto scrivendo e soprattutto riscrivendo il mio nuovo romanzo. L’altro giorno, per dire, ho impiegato il termine “neghittoso”, che iscrivo di diritto nel circuito delle mie “parole belle”. Essendo il participio del verbo negligere, che poi vorrebbe dire trascurare, ovvio che neghittoso sta per fannullone, pigro, svogliato. Ma è il suono di questa parola che mi affascina, sento pulsare sotto il negótt lombardo. E poi, si avverte uno strascico finale che davvero rende l’idea di una persona che non si appassiona, che lascia perdere, che guarda altrove. Inerte, abulica, indolente.
5 Commenti
Caro Giorgio, tu lo sai bene: riscrivere è doloroso, è più taglio che cucito…
ognimodo, ottima notizia! (che stai scrivendo e riscrivendo).
giorgio
Ho controllato sull'etimologico: il termine deriva da negligere mediante la "supposta voce" neglectosus…
Vero: avrei dovuto scrivere che deriva dal participio di negligere, ovvero neglectus, cioè negletto. Bravo Anonimo! E maledetta fretta…
Ma non è "negletto" il participio?
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