L’arte della cura

Alcuni protagonisti alle prove. Photo © Andrea Frazzetta.

«Vorremmo far qualcosa sui primi giorni del covid», mi aveva detto al telefono, «potrebbe darci una mano?». Sorrido all’idea che un anno e mezzo fa il dottor Massimiliano De Vecchi, mio ex alunno, mi dava ancora del lei, come ai tempi del liceo Sarpi. Ho detto subito di sì, senza manco sapere che cosa avesse in mente. E così mi sono trovato volontario in Giorni Muti Notti Bianche, il progetto teatrale a cura di alcuni medici e infermieri del Pronto Soccorso dell’Ospedale papa Giovanni di Bergamo. Opera frutto dei vissuti e dei ricordi dei sanitari, che hanno trovato il coraggio di far emergere emozioni e paure, e di portarle sul palco in prima persona. Grazie alla regia di Silvia Briozzo e alla drammaturgia di Carmen Pellegrinelli, pian piano lo spettacolo ha preso corpo e voce a partire proprio dalle improvvisazioni di medici e infermieri, in una sorta di lenta distillazione. Io mi sono messo a disposizione per la parte di comunicazione e ricerca fondi. Certo, alcune sere sono stato alle prove, ma preferivo stare un passo indietro. Sapete, quando si improvvisa sul palco si è nudi. Nudi davanti a tutti. E meno gente hai davanti, meglio è. Però alcuni momenti li ho vissuti. Una sera, ad esempio, Gianluigi Trovesi e Marco Remondini hanno eseguito i brani da cucire addosso alle scene. A seconda della melodia, la rappresentazione cambiava di tono e colore; e quando capivamo che quel brano ci stava a meraviglia, la tensione si scioglieva in un applauso corale. Ora che mi son letto il copione, e ho assistito alle ultime prove, lo posso dire con certezza: Giorni Muti Notti Bianche è un’opera di rara potenza e splendore, capace di mettere in scena quel che noi tutti abbiamo traversato tre anni fa. È arte vera, anche se medici e infermieri mica sono attori, ci mancherebbe. O forse è arte proprio perché questi sanitari hanno saputo andar oltre la propria zona di conforto, e non solo sul palco. Anche per la comunicazione, infatti, mi è sembrato bello condividere con loro alcuni rudimenti base del “mestiere”. La risposta è stata entusiasmante, e oggi mi rallegro nel vedere alcuni medici muoversi da soli tra comunicati stampa e interviste, social e articoli pubblicati sul blog. Non avete idea di quanto tempo hanno messo in questo progetto, stiamo parlando di centinaia di ore ciascuno. E il tutto gratis, s’intende. In vista del debutto del 16 marzo al teatro Sociale, io mi sento di ringraziarli di cuore per quello che stanno facendo e per quello che mi hanno donato in questi mesi. Ne sono certo: grazie a questa esperienza di teatro e di vita, questi diciannove medici e infermieri oggi sanno prendersi cura dei propri pazienti con maggiore consapevolezza e passione, ricchi di quella forza interiore che solo un bel gruppo regala. No, non è un miracolo. È arte della cura.


Qui trovate il blog del progetto. Se lo desiderate, potete iscrivervi a digressioni, la mia newsletter mensile.

1 Commento

  • Laura Terenzi Posted 3 Marzo 2023 14:55

    Che progetto meraviglioso! Complimenti a tutti! Faccio girare la notizia

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