[22] Venne il giorno di una visita più difficile di altre. I proprietari di quel casolare a qualche chilometro da Teora nel terremoto avevano perso tutti i figli. Nessuno osava andare a trovarli: chi ci era stato riferiva che là dentro il dolore era troppo, speravi solo di essere altrove. C’era una ragazza con me quella volta, non riesco a ricordarmi chi fosse. Ricordo soltanto che non le avevo proprio detto tutto, nel timore che si defilasse. Era mattina tardi, nevicava appena. Bussai, chiamai. Nessuna risposta. Mi feci coraggio, spinsi la porta. Dentro, in penombra, ardeva un camino. In un angolo il tetto era squarciato, la neve si posava lenta entro l’unico spicchio di luce…
L’intero mio memoriale si trova ora raccolto nel volume Ritorno in Irpinia.
4 Commenti
ed ancora mi trovo a riportare il cuore indietro nel tempo e riammaglio le tue parole con le altre lette nell’arco di una vita su questa tragedia e ancora mi stupisco di non stupirmi del senso di tristezza, sgomento e smarrimento che pervade il mio animo nell’apprendere sempre nuovi episodi di questa tragedia che, anche grazie ai tuoi scritti, verrà tramandata in tutto il suo tragico dolore.
Dolore in forma di poesia, carissimo Flaviano: per non arrendersi al fato, che non è mai tale, alla disperazione intransitiva, alla rassegnazione. Per immaginare una terra finalmente nuova, nuovamente lieta, popolata da gente indomita e fiera, capace di sorprendere il suo stesso destino.
Immagino che non sia facile raccontare storie come questa. Ricordi del genere sono preziosi ma anche molto, molto dolorosi. Grazie per aver trovato la voglia e la forza di condividerli
Non è facile, ha ragione gentilissima Iris. A volte le lacrime prendono il sopravvento sulle parole, e allora devo lasciar perdere la scrittura, non ce la faccio proprio. Questo è stato uno dei ricordi più difficili, insieme a quello in cui rievoco la morte di Alessandro Gasparetto. Momenti duri, strazianti, che solo ora mi rendo conto quanto mi hanno segnato nel profondo.
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