Ieri si è celebrata la Giornata Mondiale del Maschio. Ho aspettato un giorno per scriverne, ho voluto prima verificare per bene quanti lo hanno scritto o ricordato. Ebbene: ho trovato un richiamo su Vanity Fair, ma magari non ho guardato bene. In ogni caso, non sono affatto in vena di polemiche, ci mancherebbe, l’8 marzo ha ben più motivi per essere ricordato, e certo ha mille ragioni chi dice che le donne festeggiano un solo giorno, per l’appunto l’8 marzo, e i maschi i restati 364. Per tacer del dramma della violenza di genere, che quasi ogni giorno porta alla ribalta storie terribili e funeste. Ma rimaniamo alla comunità dei maschi, e proviamo a riguardarla da vicino. Mi sovviene che tempo fa, diciamo 6-7 anni, alcuni ricercatori tedeschi si erano dati da fare per dimostrare che ai maschi fa bene stare con amici dello stesso sesso: il gruppo omogeneo riduce lo stress e dunque favorisce una miglior qualità della vita. Ora, a prescindere che, senza tirar su tutta ‘sta impalcatura, bastava entrare nel primo bar per averne la conferma; no, il dato che un pochino mi allarma è che per dimostrare la faccenda con opportuna scientificità i summenzionati ricercatori hanno pensato bene di studiare le abitudini di un gruppo di macachi, considerati nel loro comportamento molto simili agli umani. I quali primati maschi di solito se le danno di santa ragione per aver più femmine e cibo, ma anche a causa di fattori stagionali e predatori vari; ma appena stanno un po’ tra loro in santa pace, se riescono a contarsela su alla buona, un po’ grezzi magari, ma pur sempre senza femmine tra le zampe, ecco che magicamente ai maschi si riduce il cortisolo a temperature accettabili e tutto fila via liscio che è un piacere. E pensare che i macachi non hanno uno straccio di campionato di calcio, niente gran premi, ma quale birretta, zero pub, non collezionano figurine, figurati se hanno notizie da commentare, o peggio se combinano casini assortiti. Una vita piatta, chissà che avranno da dirsi: ma in certi momenti anche loro devono staccare la spina. O la femmina, se preferite, che secondo i ricercatori tedeschi più o meno è la stessa cosa.
Se ambite a conoscere animali invero più nobili e per certi versi letterati, ecco la remora.
1 Commento
Folgorante! Non so che effetto abbia avuto l’articoletto tra gli affezionati lettori, ma è certo che se questo esempio di castigat ridendo mores fosse uscito dalla penna di una donna, si sarebbe parlato decisamente di supponenza di genere. Sia come sia, pare che nel confronto i macachi risultino migliori dei maschi umani, i quali non sanno resistere alla frenesia di discutere animatamente, litigare furiosamente, infiammarsi a 300°, neppure quando trattano argomentazioni banali. Immaginiamoci in tempo di pandemia, con tutti i quadri saltati! Beati i macachi, a cui il cortisolo a bassi livelli riesce a dare tregua, almeno di tanto in tanto…
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