Marina, parole preziose

Alberto Vitali, Città Alta, 1944

Alberto Vitali, Città Alta, 1944

Ancora una recensione di una lettrice, Marina, a riprova che non è così vero che sarei uno scrittore solo per maschi, anzi. Marina si diffonde sull’intera mia opera, alla quale dedica parole davvero preziose. Lo ripeterò fino alla noia: i pareri dei critici saranno e sono importanti, ma quelli spontanei dei lettori sono la sorpresa che gratifica il cuore di chi scrive. Grazie, Marina. [ccalz]

Buongiorno… dottor Calzana? Signor Claudio? Semplicemente Claudio? Non so esattamente cosa preveda l’etichetta in casi simili, ma in verità forse questo poco importa. Ciò che importa, almeno a me, è ringraziarLa (non amo il maiuscolo al pronome, decisamente formale e poco “giovanile”, ma è utile per rendere l’idea di rispetto e quindi per stavolta passi) sia per il libro che ho ricevuto in dono in occasione della presentazione a Palazzo Creberg, sia per i piacevoli momenti che la lettura del Suo libro, anzi dei Suoi libri, mi ha regalato. Va da sé che da quando ho scoperto, grazie all’invito alla presentazione ricevuto dalla Fondazione Creberg, Lei, i Suoi libri e il Suo blog, ho immediatamente iniziato a distribuire consigli (non richiesti) di lettura ad amici e conoscenti, acquistando i libri precedenti LA CANTANTE, divorandoli in breve tempo, prestandoli e consigliandoli a chiunque mi sia capitato a tiro in questo periodo. L’espressione che più ho usato per definirLa è stata: un Andrea Vitali in salsa bergamasca. Ma in realtà credo che sia un po’ riduttivo come concetto, utile per un messaggio immediato, ma comunque riduttivo. Precisando che non sono un’esperta e che il mio è solo un giudizio da lettrice onnivora, mi congratulo con Lei per la capacità di trasmettere emozioni e sorrisi, in un registro linguistico che, seppur più elevato, ha reso perfettamente la parlata, i caratteri e gli umori della Bergamo e dei bergamaschi di quell’epoca, ma forse anche di questa epoca. Certi aspetti umani e culturali sembrano non subire il trascorrere del tempo. Ora mi fermo sennò il romanzo lo scrivo pure io e, se tutti possono leggere, per quel che riguarda scrivere, è meglio che lo faccia solo chi lo sa fare.
 

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