La scomparsa di Dario Fo e il premio Nobel a Bob Dylan pongono due questioni che provo a riassumere in 906 battute spazi inclusi.
Dario Fo: nel mondo teatrale è noto quanto l’artista fosse insopportabile e collerico con i colleghi, sgradevole per non dir tirannico con le maestranze, molesto per non dire compulsivo con tutte le donne che gli capitavano a tiro. Domanda: possiamo disgiungere i due Fo, salvare l’artista nonostante l’uomo? Mia risposta: a quanto pare l’umanità non è condizione, ma professione.
Bob Dylan: lui del premio facile che se ne fotte, ma il tema qui si allarga. Nella classifica recente dei più venduti autori italiani, circa sette titoli su dieci non sono di scrittori, ma di comici, presentatori, calciatori, veline. Domanda: lo sapevate che tanta parte dei libri venduti in Italia appartiene a questo mondo farlocco? Mia risposta: a quanto pare la scrittura non è professione, ma condizione.
2 Commenti
Per me Fo non meritava il premio, Dylan sì tutta la vita.
Pezzo bello potente! Terry
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