Ida sui miei “Racconti per un anno”

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I miei lettori più assidui e fedeli lo sanno: Ida è particolarmente affezionata alle cose che scrivo, e ogni tanto mi manda le sue impressioni, sempre puntuali e graditissime. Ebbene, a seguire trovate le sue parole, che sono riuscite a rendere meravigliosa una giornata a dir poco complicata. Come un buon Samaritano, appunto, si è accostata a me e mi ha curato e accudito. Il dipinto è di Paula Medersohn-Becker. Grazie!

Il buon samaritano. Certamente, amico mio, conosce la bella storia di quel buon uomo che ha soccorso il malcapitato lasciato sulla strada dai briganti in condizioni a dir poco disperate. Ecco, di quell’uomo del vangelo non si conosce il nome, del mio personale buon samaritano sì: Claudio Calzana. E spiego rapidamente il perché. Ieri sera ero proprio giù di corda (cosa che mi capita assai di rado). Ascoltare il telegiornale – tra uomini neri che decapitano a destra e a sinistra, pazzi scatenati che aggrediscono per strada, politici mentecatti, gente alla fame e, cosa terribile tra le terribili, ragazzi che cadono (o si gettano) dai sesti piani e si sfracellano sotto gli occhi dei coetanei – mi aveva abbattuto e sconsolato. La solitudine in casa a volte può essere disperante, perché non si ha nessuno con cui confrontare i propri pensieri e le proprie desolazioni. E proprio allora mi sono accorta di quanto il mio inconscio fosse stato astuto: senza volerlo, avevo lasciato sul ripiano della libreria i suoi “Racconti per un anno”. Volumetto snello, agile, invitante… Chiusa la televisione, accesa la lampada a stelo, accucciata nell’angolo soffice del divano, me lo sono ri-gustato alla grande. Splendido: migliore di una terapia d’urto! I problemi mondiali, regionali e cittadini sono rimasti tali e quali, ma quei racconti, con i tanti sorrisi (e le sonore risate) che sono riusciti ancora una volta a strapparmi, sono stati davvero un balsamo, una spruzzata di sollievo. Ho affrontato la notte con le spassose immagini dei protagonisti e … il naufragar m’è stato dolce in questo mare. Come potevo non dirglielo? La ringrazio di cuore per questi momenti di relax che mi conciliano con un mondo davvero balordo, e La saluto con l’affettuosa simpatia di sempre.
Ida
 

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