Daunt Book

Ancora la mia speciale inviata, Alessandra, che ci invia un nuovo reportage sulle librerie della sua Londra. [ccalz]

La mia terza fermata è da Daunt book. Una boutique del libro, con quattro negozi sapientemente localizzati nei quartieri piu’ chic. I negozi sono di media e piccola dimensione, hanno il sapore della biblioteca privata di una casa padronale e sono delle attività commerciali che funzionano non perché i ricchi leggano molto, ma perché affittano i loro spazi a produzioni cinematografiche e televisive. Me lo conferma uno dei proprietari. Gli credo. Ho visto il suo negozio più di una volta sulla BBC. A due metri da Daunt book si trova invece una libreria che vende solo libri di seconda mano ed è gestita da volontari dell’associazione Oxfam. E’ il caso di dire che comperando un libro si puo’ fare anche del bene.

Oggi i libri si comprano on line, ma questo modo di consumarli non sostituisce la necessità di entrare in un templio dove li si sfoglia, contempla e annusa e si ha l’opportunita’ di formarsi un gusto, decidendo cosa ci piace o no. La digitalizzazione non ha ancora raggiunto livelli elevantissimi. Per questo motivo mi spiego il successo delle librerie specializzate in viaggi, libri di arte, moda o fotografia, nati dalle costole di musei, o dei concept store. I primi sono stati Colette a Parigi e 10 Corso Como a Milano, poi e’ arrivata la catena americana Anthropology, dove si compera un paio di scarpe ma anche un libro su come fare decorazioni floreali, dove il libro diventa la parte sofisticata ed elevanta dell’esperienza frivola dell’acquisto di abiti e scarpe. Qui troviamo l’edizione in stile vintage di “Orgoglio e pregiudizio” accanto a “100 Loft a New York”, belli per arredare la casa e da leggere. E il responsabile del negozio si trasforma in Art director o curatore, selezionando libri che possono insegnare qualcosa. Nella stessa categoria si collocano i book shop delle gallerie d’arte, che diventano una destinazione a loro stessi. Non bisogna pagare il biglietto per accedervi ed e’ facile passare inosservati, confondendosi tra i turisti e gli studenti a caccia di una amuleto-ricordo. Senza passare per la mostra. Hanno un grande seguito e non sono intimidatori.
 

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