Adelante cum juicio

Enzo, di professione libraio, mi ha mandato un intervento bello e documentato sul tema che in questi giorni mi sta appassionando: la diffusione sempre più massiccia di supporti digitali per leggere libri e giornali. La sua tesi (avanti sì, ma con giudizio) è frutto di molti anni di esperienza sul campo, ovvero tra gli scaffali, e penso sia molto utile per definire la questione. Domanda: chi tra voi possiede e legge libri con strumenti siffatti? [ccalz]

Il problema ha molte sfaccettature e l’atteggiamento che possiamo consigliare è “entusiasti, ma con calma”. Oggi esiste l’e-book (che mantiene ancora, nel nome, il riferimento al supporto cartaceo). Il futuro non sappiamo come sarà, ma non sarà l’e-book. Siamo invece convinti che il processo evolutivo sarà più veloce del previsto.
Per ora, in Italia, si contano 18 supporti per lettura di testi digitali, ma saranno ancora di più entro fine anno. Ancora, in Italia al 31 dicembre 2010 si prevedono circa 4.500 titoli digitalizzati. Tutti questi titoli saranno senza diritti di autore. Sì, perché per ora si dibatte molto ma non c’è ancora una forma contrattuale per i diritti sul nuovo mercato digitale dei testi. Per qualcuno basta il vecchio contratto, per altri serve un integrativo, per altri ancora serve un contratto simile a quelli per la musica o i film. Negli Stati Uniti (mercato molto maturo e avanzato nell’uso delle nuove tecnologie digitali) il mercato e-book nel 2009 è stato del 3,3% (certo con un incremento del 176% rispetto all’anno precedente che sì assestava sull’1,9%). Le previsioni del mercato Italiano prevedono per dicembre 2010 una quota mercato dello 0,4%. Sia chiara una cosa: tutte queste cifre devono essere un po’ limate, perché per ora la temperatura è alta, ma serve una tachipirina per riportarsi a temperatura ambiente…
Un altro problema, forse il più consistente, è trovare una base comune nei formati digitali, e che duri nel tempo. Che mondo editoriale sarà quello del futuro e-book (per ora lo chiamiamo ancora così)? Molti più autori potranno portare i loro contenuti alla lettura di molte persone. Questo super affollamento potrebbe però essere peggio dell’attuale percezione che escano, in Italia, troppi libri. Allora si tornerà a parlare di filtri distributivi. I quali metteranno a disposizione selezioni della produzione in base a loro criteri . Nella sostanza non cercheremo necessariamente un libro qualunque, ma andremo in certi portali che ci selezionano la produzione e dai quali possiamo acquistare il testo. Il costo di questa operazione sarà di almeno il 40% del prezzo del libro. E’ a questo livello che si possono collocare i librai se devono chiudere la loro libreria: torneranno a consigliare i libri, cosa che stanno facendo sempre meno.
Se vi appassionano questi temi, ma avete ancora una certa nostalgia del tempo passato, leggete “La libreria del buon romanzo” edito da E/O.
Mi raccomando: “entusiasti con calma”.
Enzo

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