Rileggendo il mio post precedente, in relazione ai “32 MQ di mare circa”: ma il “circa” è relativo al mare (in effetti quello non è proprio un mare vero, è un “quasi”); o ai 32 MQ, che magari proprio proprio esatti non sono? In ogni caso, spunta l’artista, che fin dal titolo si diverte a seminare dubbi come si conviene alla categoria. Proprio come in uno dei testi più inquietanti di Robert Musil, pubblicato in “Pagine postume pubblicate in vita”, dove la precisione della descrizione è minata alla base da quel “all’incirca” alla prima riga. Alla faccia delle scienze esatte, della possibilità, per non dire il dovere, di misurare ogni cosa col righello. E pensare che il buon Robert era un ingegnere… A seguire ecco l’incipit, il testo ve lo consiglio tutto intero. [ccalz]
«La carta moschicida Tangle-foot è lunga all’incirca trentasei centimetri e larga ventuno; è spalmata di una materia viscosa tossica e gialla, e proviene dal Canada. Se una mosca vi si posa – non per avidità ma per conformismo, perché ve ne sono già attaccate tante altre – resta presa dapprima per l’estrema falange ricurva di tutte le sue zampette. Sensazione lieve, inquietante, come quella che si proverebbe camminando nel buio a piedi nudi, e inciampando all’improvviso in qualcosa che altro non è ancora se non una resistenza indefinibile, morbida e calda, in cui fluisca già a poco a poco l’orrore di essere umana, di rivelarsi una mano messa lí chi sa come per artigliarci con le sue cinque dita sempre piú percepibili”. […]
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