Mario o della mozartiana levità

Quella che segue è una lettera di Mario Chiodetti, collaboratore de La Provincia di Varese. Lo dico subito, è un amico, un caro amico, ma proprio perché lo conosco so che le sue sono parole sentite e vere. Ricevere una recensione così è davvero un lusso, e fa bene al cuore. [ccalz]

Caro Claudio,
chapeau! Ho appena terminato di leggere il tuo romanzo commuovendomi alla fine quasi alle lacrime. Una vita così è da leggenda, ma nel mio piccolissimo mi sono in parte ritrovato, nel fatto di portare avanti mille cose e di metterci comunque passione, per esempio, tranne, ohimé, nel capitolo femmine. Lì temo non ci sia proprio speranza, e se Gian Giacomo capì a 28 come gira il mondo, io a 48 sono ancora lontano.
A parte gli scherzi, davvero complimenti, è un lavoro godibilissimo, di mozartiana levità, scorrendolo mi è sembrato di sentirti parlare, anzi lo leggevo quasi sentendo la tua voce che la raccontava.
Il Mantegazza poi! L’ho letto parecchio, ho perfino una sua guida sulle virtù della flora spontanea… Bella la figura di don Luigi, poi quel Liberaso di provincia e la sua rosa Manola… a tratti mi è venuto da pensare a “Un adulterio mantovano” (che mi è piaciuto molto di più del “matrimonio”) di Giovanni Nuvoletti.
Queste le prime impressioni a caldissimo, visto che l’ho terminato mezz’ora fa qui a Rima e ancora mi frulla in testa l’incontro tra don Luigi e Fedora e lì lacrimoni perché all’Angelo qualcuna ha voluto davvero bene. Hai restituito a perfezione il ritmo e la sostanza della vita degli inizi ‘900, periodo a me carissimo, come sai. Uno spettacolo le pillole Pink, il Ferrochina Bisleri che piacere leggere quelle pagine!
E il mai troppo lodato avo Lorenzo… la scrittura non cede mai, veleggia come un nibbio che sfrutta le termiche per salire di quota. E’ una lezione di gusto, che fa sembrare ancora più meschino il mondo di oggi, prigioniero di piccoli e grandi consumi, di persone tutte uguali senza guizzi e passioni, prive del coraggio di rischiare almeno una volta nella vita.
Un abbraccio e a presto
Mario Chiodetti

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