Che stile, parola di Marina!

I miei lettori sono davvero unici. Prendete Marina: incontra per caso un mio libro e rimane conquistata dallo stile. Si legge tutti gli altri e li consiglia con una passione contagiosa. Al punto che un suo collaboratore ha inserito sul desktop una citazione dal mio Sorriso del conte. Anche di questo vado fiero, Marina. Grazie di cuore, grazie davvero. [ccalz]

Ho scoperto Claudio Calzana quasi per caso e ne sono rimasta folgorata. Lo stile mi ha conquistato dalla prima pagina, anche se la prima pagina non è stata quella de La cantante, sua ultima fatica letteraria, bensì quella del libro d’esordio di questo autore bergamasco, Il sorriso del conte.
E allora perché parti dalla fine? vi chiederete voi! Perché non è una vera fine, nel senso che se è vero che quest’ultimo libro completa una trilogia iniziata con Esperia e proseguita con Lux, è pur vero che la trama non solo ha vita propria, ma cattura subito il lettore con la prosa scorrevole e la tecnica narrativa caratteristiche di Calzana. In questo senso La cantante diventa l’inizio, lo spunto per consigliare l’intera bibliografia dello scrittore.
Pur essendo fra loro collegati, ogni romanzo non è il seguito del precedente e quindi il lettore può scegliere da quale iniziare; sappiate però che sarà difficile leggerne uno solo: una volta catturati dalle avventure dei quattro strampalati protagonisti della saga, improbabili eroi di una Bergamo d’altri tempi, la curiosità e il piacere di una lettura colta e al contempo divertente, ironica e allusiva senza essere volgare, leggera ma mai banale, vi spingeranno a desiderare che il racconto non abbia termine. Come mi ha detto un amico proprio oggi, “l’unico difetto dei libri di Calzana è che finiscono!”.
Emozioni e anche qualche commozione, sorrisi e vere e proprie risate in un registro linguistico che, seppur più elevato, rende perfettamente la parlata, i caratteri e gli umori della Bergamo e dei bergamaschi di quell’epoca, ma forse anche di questa epoca, dato che certi aspetti umani e culturali sembrano non subire il trascorrere del tempo. L’immediatezza del linguaggio e la sequenza incalzante della narrazione non ostacolano la percezione che alla base delle finzione narrativa vi è una lunga e accurata ricerca storica, riconoscibile nei fatti documentati che fanno da sfondo alle peripezie dei protagonisti.
Primo romanzo della serie è Esperia, con i fratelli Carlo e Dante Milesi che insieme al Romeo Scotti e allo Spiridione Curnis (l’articolo determinativo davanti al nome è d’obbligo!), si ritrovano agli inizi del novecento alle prese con un’ardua rivincita nei confronti di Buffalo Bill, realmente di passaggio a Bergamo con il suo circo americano, oltre che con l’entrata in scena della prima automobile costruita proprio a Bergamo. In Lux, ambientato una quindicina d’anni dopo, la combriccola si misura con il sogno del Sinemà, Cinema pronunciato alla francese perché proprio da Parigi, anni dopo la sua enigmatica e sospetta sparizione dalla città orobica, ha fatto ritorno il Curnis con un borsone pieno di… chi leggerà vedrà!
Infine eccoci a La cantante, pubblicato lo scorso aprile: in una Bergamo alle prese con riti, istituzioni e macchiette del regime fascista, i quattro amici si ritrovano, incredibilmente, fra gli organizzatori della prima edizione del “Circuito delle Mura”, storica gara automobilistica che vede al suo esordio nel 1935 il trionfo del Nivola, il grande Tazio Nuvolari. Perché un libro che parla di automobili abbia un titolo come questo sta al lettore scoprirlo.
Chiudo dicendo che in questo universo maschile le donne protagoniste dei romanzi di Calzana non sono secondarie alla storia, anzi! Non solo l’autore le rappresenta comprimarie agli uomini, ma la caratterizzazione che ne fa rende le figure femminili – dalla nonna Nèta alla nipote Esperia, fino alla piccola Mara – degne di riguardo e ammirazione, offrendoci la discreta immagine della superiorità pratica e talvolta anche morale di una generazione di donne che, ammettiamolo, non hanno certamente avuto molta “voce in capitolo”.

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