Gruau: mistero risolto

Con tempismo perfetto, ecco la soluzione del nostro piccolo mistero: perché Gruau per la copertina del “Sorriso del conte?” Ireneo Ogliari, l’editore responsabile di Oge, la risposta l’ha delegata all’editor, nonché curatore della collana “Oleandri”, Marco Beck, colui che mi ha affiancato per mesi nel mettere in “bella” il libro in vista della pubblicazione. Un lavoro tanto prezioso quanto a volte oscuro, quello dell’editor, spesso determinante nella fortuna di un libro. Ci tengo a ribadire che senza Marco Beck “Il sorriso del conte” non avrebbe mai avuto il successo che voi lettori gli avete tributato. A riprova poi che Gruau è uno dei più grandi illustratori del Novecento, qui sotto trovate un paio di assaggi della sua arte. [ccalz]

Molto spesso, nel nostro lavoro e in particolare proprio nelle attività editoriali, si comincia per tempo a cercare una soluzione che sembra relativamente semplice, a portata di mano. Ma presto ci si ingarbuglia in un labirinto di opzioni magari discrete e tuttavia sempre, per qualche margine di imperfezione, non soddisfacenti. I giorni scorrono,la scadenza ultimativa si avvicina, la ricerca si fa affannosa e il rischio è di gettare la spugna e rituffarsi su una qualunque delle ipotesi scartate. Ovviamente con un risultato modesto. Poi, però, in vista del traguardo, se si è perseverato nella tensione verso qualcosa di meglio, verso la possibile eccellenza, e se si è assistiti da un pizzico di buona sorte (che ci vuole comunque, sempre e dappertutto), ecco che deflagra l’illuminazione vincente.
Nel caso di Claudio Calzana, del suo /Sorriso/e della relativa copertina, incaricata di “bucare” le vetrine dei librai, il flash risolutivo si è acceso nella memoria e nell’immaginazione dell’editore, Ireneo Ogliari. Che nel frattempo aveva perseverato nel principio, cortesemente fermo e inderogabile, secondo cui l’autore non deve proporre di sua iniziativa l’immagine di copertina, non essendo sufficientemente distaccato e oggettivo rispetto alla sua creatura, ma tutt’al più sceglierla fra due o al massimo tre alternative, e meglio ancora approvare l’unica scelta sottopostagli dalla casa editrice in un drastico aut-aut (o questa copertina o niente pubblicazione). Ebbene, Ogliari si ricordò al penultimo momento, una settimana prima che la sua reminiscenza risultasse irrimediabilmente tardiva, di aver visto, di passaggio a Rimini, una sfiziosa esposizione di opere grafico-pubblicitarie alloggiata nel locale museo civico. L’artista aveva un nome esotico, per la precisione francese: René Gruau. Ma risultava nato in Italia nel 1909, anche se aveva lavorato a Parigi fino alla morte (2004).
Una litografia era rimasta particolarmente impressa nella mente di Ogliari: la rappresentazione di un’avvenente /dame en rouge/ dalla sottile, intrigante sensualità, accentuata dal contrasto fra la luminosità del décolleté e l’abissale nero dei lunghi guanti, della chioma e dello sfondo spalancato fra i due battenti di una porta oltre la quale il maschio italico si sente irresistibilmente provocato ad avventurarsi. Insieme alla dama misteriosa, /ça va sans dire/.
Mancava solo la verifica “tangibile” (per modo di dire) tramite collegamento via Internet. Avuta conferma che quel soggetto così omogeneo allo spirito tra semiserio e semiumoristico aleggiante nel romanzo di Calzana era in effetti conservato nel museo riminese, l’editore ha subito preso contatto con i responsabili dell’istituzione, ottenendo facilmente, per la loro squisita cortesia, l’autorizzazione a riprodurlo sulla copertina del volume targato OGE-Oleandri. Proprio in dirittura finale, quasi fuori tempo massimo, /Il sorriso del conte/ ha così trovato la sua sorridente, stuzzicante, dolcemente maliziosa, insomma /perfetta/icona. Occorre davvero chiedersi se lo scrittore se ne sia innamorato a prima vista?
Marco Beck

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