Specialmente se il vento d’ottobre

Jackson Pollock, Autumn Rhythm (Number 30), 1950.

Specialmente se il vento d’ottobre
Con dita di gelo punisce i miei capelli,
Afferrato dal sole che aggranchia cammino sul fuoco
E getto un granchio d’ombra sulla terra,
Sulla riva del mare uno strepito udendo d’uccelli,
Udendo il corvo tossire su stecchi invernali,
Il mio cuore affannato mentre lei parla palpita,
Sparge il sillabico sangue, le sue parole assorbe.

Chiuso dentro una torre di parole io stesso traccio
Forme verbose di donne sull’orizzonte che
Cammina come gli alberi, e nel parco
Le file dei fanciulli dai gesti stellari.
Lasciate che vi crei con vocali di faggi,
Alcune con voce di quercia, fino dalle radici vi dica
Di molte note una contea spinosa, lasciate
che coi discorsi dell’acqua vi crei.

Dietro un vaso di felci la pendola oscilla
E dell’ora mi dice la parola, il suo senso nervoso
Vola sul disco frecciato, declama il mattino,
Il gallo a banderuola annuncia vento.
Lasciate che vi crei con i segni del prato;
L’erba segnale mi dice tutto ciò che so,
Col verminoso inverno mi penetra l’occhio.
Lasciate che io vi racconti i peccati del corvo.

Specialmente se il vento d’ottobre (e lasciate
Che io vi crei con incanti d’autunno,
Con lingua di ragno e sonora collina del Galles)
Con pugni di rape punisce la terra, lasciate
Che con impietose parole vi crei.
È disseccato il cuore che sillabando nello sgambettìo
Dell’alchemico sangue avvertì che la furia era in cammino.
Sulla riva del mare udite uccelli dai cupi vocalizzi.

Dylan Thomas, Specialmente se il vento d’ottobre, in Poesie, Guanda 1988.
Traduzione di Roberto Sanesi.


Antonia Pozzi, Ottobre.

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