[11] Del giorno dopo il mio arrivo a Teora ricordo Paolo Endrizzi che mi istruisce sommariamente, le cose da fare erano tante, troppe, nonostante la fase della primissima emergenza fosse ormai conclusa. Di fatto, non c’era un vero e proprio programma quotidiano, ciascun volontario rispondeva all’emergenza del momento. Un esempio così ci capiamo: proprio quella mattina arriva un camion da scaricare, così mi dirigo in fretta verso il campo di calcio, che distava un centinaio di metri dalla zona occupata dai volontari altoatesini. Dopo pochi passi, assisto a un vero e proprio assalto…
L’intero mio memoriale si trova ora raccolto nel volume Ritorno in Irpinia.
2 Commenti
La volta scorsa non avevo letto questo articolo. Ma era la volta scorsa, e la terribile sventura di Ischia non aveva ancora riempito la cronaca di immagini e di dolore. Questa volta ho letto, e la Sua testimonianza diretta mi è penetrata nel cuore dando l’esatta misura della catastrofe, della durezza della natura che si scatena, della fragilità e dell’impotenza umana. E, purtroppo, anche della drammatica fatica degli interventi e delle gravi responsabilità. Grazie per questa preziosa condivisione.
Bello questo amore che sboccia nel dolore
Aggiungi Commento