Lux secondo don Daniele

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Mi sono davvero gustato le parole di don Daniele sul mio Lux. Una a una, più volte, fino alla ubris, certo. Sono commoventi, semplicemente belle. Grazie don, mi hai fatto felice. [ccalz]

Carissimo Claudio,
di getto, appena chiuso il libro, le mie impressioni…
Forse perché ambientato in terra orobica, con personaggi che, per tante cose, “sanno di casa”, devo proprio dire che andare avanti nella lettura mi ha sempre coinvolto di più, anche commosso.
Come negli altri tuoi romanzi, mi piace l’ironia con cui tratti, manzonianamente, i tuoi personaggi e guardi alla storia. Un’ironia che non diventa mai mancanza di rispetto, ma è invece affetto ed, anche, giusto distacco, capacità di lasciare al personaggio libertà, come se fosse un figlio.
Mi ha colpito la freschezza con cui riesci a presentare due grandi cose della vita: l’amicizia, declinata al maschile soprattutto, e l’amore (sfortunato tra il Curnis e la Ona, promettente tra l’Esperia e l’Enricomaria).
Le pagine dedicate alla morte della Nèta… liriche! Ho respirato l’aria di tanti funerali “alla bergamasca”, un misto di amore di famiglia, fede, concretezza… (belle le parole dedicate al “ruolo” del canto in quei momenti).
Vista la mia professione, ho letto con interesse le parti dedicate a don Giacomo… A Bergamo, può mancare un prete? Non sia mai! Mi fa piacere che sia una persona semplice e profonda allo stesso tempo. Stupende le “istruzioni” su come accompagnare una coppia che si deve sposare… Complimenti! Ora, però, termino, perché altrimenti ti incito alla ubris!
Grazie, dD
 

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