Esperia sul Giopì

Storica testata bergamasca, il Giopì è un quindicinale che vanta ben 120 anni di vita. E’ davvero un pezzo importante della storia bergamasca, organo ufficiale del ducato di piazza Pontida, tiene vive le tradizioni locali, dal dialetto alla cultura, con encomiabile determinazione. Ebbene, sul primo numero del 2013 a firma di Paolo De Canio compare sul Giopì una bella recensione alla mia Esperia. Tra l’altro, nel mio romanzo si trova proprio una menzione al periodico, o meglio alla periodica riunione dei redattori della testata. Come allora era in uso, i giornalisti si trovavano in un caffè, per comporre il nuovo numero e soprattutto per spassarsela alla grande. Ecco il mio testo che allude ai due spasimanti, il Curins e la sua bella Elena, che varcano la soglia niente meno che del locale della Bergamo bene, il Gambrinus:
“Tra l’altro quella sera al “Gambrinus” c’era una variante che rendeva la situazione assai complicata per i due spasimanti: era in corso la mensile riunione del giornale satirico “Il Giopì”, riferito per esteso “Il Gioppino sotto i portici”, ovvero quanto di più spinto e mordace si stampasse allora in terra orobica. Il redattore Birolini intonò subito motteggi assai poco costumati e assai tanto mirati. Frasi che non possiamo né vogliamo riportare, tranne un malizioso «ne facciamo a mezzo?» che ingenuamente i due innamorati riferirono alle ordinazioni”.
Ecco, questa recensione, peralro molto positiva, mi piace anche per questo: io cito il Giopì del tempo che fu, e il Giopì di oggi parla di Esperia, del “quartetto di simpatici balordi” che anima il mio romanzo.
Se volete saperne di più sul quindicinale bergamasco, trovate tutto qui.
 

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