L’Eco, il futuro, la città

A suo tempo ho scritto un testo per presentare il nuovo progetto de L’Eco, L’ECOlab. Ve lo propongo insieme al brano di Pasternak che ho scelto come premessa per far capire il senso di quel che avevo in mente e di quello che, secondo me, oggi sta accadendo tra le pieghe della nostra vita quotidiana.
 

La Copenhagen Wheel, progetto del Senseable City Lab di Boston, di cui fa parte Nashid Nabian, ospite domani sera de L'ECOlab


Allora ci si vorrebbe poter affidare all’essenziale, alla forza della vita o alla bellezza o alla verità, perché esse, e non le autorità umane ormai travolte, ti dirigano in modo sicuro e senza riserve più di quanto non avvenisse nella solita vita di sempre, ora tramontata e lontana.

Boris Pasternak, Il dottor Živago

 
 
Quale futuro attende Bergamo? Che città lasceremo in dote ai nostri figli, ai nipoti? È per rispondere a queste domande, semplici solo per modo di dire, che L’Eco di Bergamo nei prossimi mesi inviterà gli abitanti di città e hinterland a far sentire la propria voce. Con l’aiuto di tutti vorremmo incoraggiare il sorgere di un ideale di città, in linea con le cosiddette smart city che la Comunità Europea ha individuato quale modello di riferimento per lo sviluppo urbano dei prossimi decenni.
Pensiamo a una Bergamo che funziona e appassiona, aperta e vivace, nobile e bella: insomma, una città in cui vivere bene, finalmente capace di redimere i suoi disagi senza negarli, che discute, si accapiglia magari, ma con l’onesta furia di chi non si limita a fare, ma ci tiene a fare bene.
Nei prossimi mesi L’Eco dedicherà a Bergamo e al suo futuro interventi sul giornale, dialoghi in rete, incontri pubblici e altre occasioni. Ciascuno sarà chiamato a dire la sua a proposito di mobilità, sviluppo sostenibile, educazione alle regole, servizi alla persona, sicurezza, salute, innovazione tecnologica; e così via, secondo quel che ci verrà suggerito in una leale prospettiva di rete.
Sì, ci pare proprio giunto il momento di dare una mano alla nostra città, di regalarle il futuro che si merita. Non un futuro qualunque, o peggio avventato. Semmai un futuro possibile. Cioè condiviso e migliore.
 

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