Arrivo prima per studiare la zona. Da depressione, una megarotonda con sei o sette uscite. Per il parcheggio bisognava infilare l’ultima, quella prima di rientrare in autostrada. Ho parcheggiato e mi sono accesa una cicca. Partivo in vantaggio, gli ho scritto che avevo la Punto e invece ho la Focus, però di Subaru neanche l’ombra. Un quarto d’ora dopo me ne sto andando, quando ti entra proprio la macchina che avevo stampato, di un colore azzurro assurdo. Dentro c’è un tizio sui quaranta-quarantacinque massimo. Si ferma, esce dalla vettura, fa una specie di piegamento sulle gambe della serie mi sgranchisco, poi si guarda in giro. No, dai, non può essere quel ben di dio: alto, capelli neri, profilo marcato, occhiali scuri. Ma come faccio a capirlo? Facile, se va via non è lui.
Macché, non va via per niente. E guarda anche l’orologio! Vabbè, esco dalla macchina, due passi come se niente fosse. Lui mi scruta da lontano, viene deciso verso di me. Sorride.
«Laura?», mi fa.
«Sì. E tu sei…?».
Si leva gli occhiali, mi fissa con degli occhi verdi che guai.
«Giorgio, certo, cosa vuoi ,in Facebook non metto la foto vera, sai come succede, poi ti giudicano solo dall’aspetto. D’altronde anche tu…».
«Già», gli dico, «in effetti la mia foto non…».
«Me lo sentivo, anzi ne ero certo. Però il nome…?».
«No, cioè sì, Laura è giusto, il cognome invece non…».
Pausa della serie cosa faccio adesso?
Ci pensa lui, con un gesto mi invita verso la sua macchina.
«Laura, sai che ti dico?», mi sussurra nel tragitto.
«Sì, cioè no», balbetto io.
«Non so tu, ma io ho avuto fortuna».
«Come fortuna?», gli chiedo.
Sorride di nuovo, a momenti arrossisce.
«Dai, sei molto meglio che in foto».
Altri miei racconti.
27 Commenti
Cara Mariangela, questo commento è per te: dare l'azzica est dialetto delle tue parti, parti d'adozione intendo. Nelle Marche dar l'azzica (o azzico) sta per provocare qualcuno. Azziccare verbo invece sta per muoversi appena, quel tanto che basta per sortire un effetto. "Non azziccheresti pur la mano senza fede", scrive Fra Giordano. Questo minimo movimento potrebbe ricordae una specie di finta; e se l'altro abbocca, zàcchete che lo freghiamo. Potrebbe discendere da actio, azione. Ma chi lo sa se ci azzecco. Sennonché in romanesco pare che l'azzico sia un uccello usato per il richiamo. E siccome le Marche erano territorio estremo papalino, magari una qualche trasmigrazione ci può pure stare. Insomma, anche in questo caso il mistero si infittisce.
Bellissimo! Con un finale meraviglioso. Complimenti davvero. Devo assolutamente farlo leggere alla mia ragazza… Ahahahahha!
Questo bel dialogo tra l'anonimo e Serena è piacevole. Anche lui avrà la Subaro azzurro assurdo? E lei, certamente bella "ma anche" accanita lettrice, avrà un profilo su Facebook? 🙂
in effetti hai ragione Serena, chi può dire se la mia è stata fortuna o sfortuna? magari le mie prossime conoscenze mi aiuteranno a risolvere il dubbio.
Per il sempre più anonimo: capisco, sei stato molto sfortunato. O fortunato, dipende dai punti di vista.
Come non fai niente, Claudio? Getti l'amo. Armi la lenza. Carichi la trappola. Dai l'azzica. Ci lasci sul più bello coi puntini di sospensione.
Mica cotica!
P.S. "Dai l'azzica"? Cioé?
Grazie Bepz, ma io mica faccio niente! Sono i lettori che se la cantano e se la suonano…
Bellissima la lunga scia di commenti… bravo Claudio, dietro il tuo racconto molta schiuma!!!
Ciao
Bepz
Per Serena: lungi da me sostenere che tutte le "non belle" leggano perchè altro da fare non hanno; così come non avrebbe senso affermare che le "belle" invece non leggano proprio.
Mi basavo solo sulla mia personale e, mi rendo conto, limitata esperienza….
Mi riferisco al commento di Anonimo qui sopra: non è che tutte le donne "non belle" per forza si mettono a leggere. Per forza o per compensazione, meglio. E' una lettura quanto meno riduttiva, direi. O no? Io comunque il racconto l'ho letto, mi sono ritrovata in certe cose che leggo o che mi hanno raccontato. Ad esempio una mia amica è felicemente insieme a uno conosciuto proprio in rete, e da due anni ormai. Quando si dice il virtuale…
E se domani ci fosse un'ulteriore spiega di quel finale? Ché oggi, dear Mariangela, mi sono occupato di cose serie, sull'onda di quanto letto sulla tua pagina di FB. Se per caso il mio pezzullo vi piacesse, fatelo girare, please.
E se il fustaccio in Subaru azzurro assurdo avesse buttata là quella frase – arrossendo per la bugia e non già per il pudore – perché seguace di "una botta e via"? Insomma, se fosse la solita captatio benevolentiae?
P.S. Lo so, sono un po' cinica parlando di uomini, ultimamente.
P.P.S. @Beps. Grazie per la catartica poesia. Che poi noi donne siamo sceme: mai una nostra foto che ci piaccia. Salvo poi, ritrovandola dopo anni, dire: "Però, che gnocca che "ero"!"
Un inno al buonismo, tanto di moda in questi tempi di crisi? della serie "quello che conta è come si è dentro"….?
Oppure una garbata e furba "captatio benevolentiae" nei confronti di tutte quelle donne "non belle" che abbondano, anche su Facebook, e che sono tra le più appassionate e convinte divoratrici di libri….?
Lascio al forum la risposta, a me comunque il racconto è piaciuto, l'ho letto in un soffio, curioso di come sarebbe andata a finire. E invito ovviamente l'autore a continuare a regalarci qualche altro istante di buona lettura.
La mia frase best dell'ultima parte? Eccola.
"Partivo in vantaggio, gli ho scritto che avevo la Punto e invece ho la Focus, però di Subaru neanche l’ombra".
Premio 4ruote per lo stimolo alla ripresa del mercato dell'auto.
Sapessi farlo io…
Grande Carmelo..
Il Beppe di prima
Ah ah Beppo io guardo sempre avanti, anche solo avanti certe volte………
Caro Carmelo… hai ragione: nel mio inguaribile e direi testardo ottimismo, non consideravo gli sviluppi futuri.
Così è ancora meglio…
Un riconoscente Beppo
Il vantaggio dei racconti a puntate è che se hai pazienza sono appassionanti, ma io proprio pazienza non ce l'ho. Infatti quelli sui giornali non li comincio nemmeno, ma almeno il tuo durava solo 5 puntate. Comunque ho aspettato oggi e mi sono letto tutto di fila. Mi è piaciuto sto catolepa, magari poi il finale non è così scontato: chi l'ha detto che quei due si metteranno insieme? Magari chiacchierano e poi tanti saluti. Insomma, il finale aperto è più gustoso.
Grazie Bepz del tuo favore; e dell'esortazione a raccoglier rose finché si è in tempo.
Caro Caludio, complimenti!
Una lunga attesa sciolta in un finale che era fin troppo atteso per aspettarselo seriamente.
Caro Paolo G. posso provare a suggerire io la farse top? Eccola: "Sorride di nuovo, a momenti arrossisce".
Carissima Mariangela: a tutte le strafiche dedico versi rubati ad una poesia (che conosco solo perché inserita in una meravigliosa canzone di un meraviglioso gruppo, e non perché io sia un intellettuale!):
Gather ye rosebuds while ye may,
Old Time is still a-flying;
And this same flower that smiles today,
Tomorrow will be dying
Un riflessivo Bepz
Sì, hai ragione, Mariangela. Le donne cosiddette normali spesso non conoscono né riconoscono il loro vero valore. E questo vale a maggior ragione per le ragazze, spesso attratte nel gorgo infinito della perfezione patinata, che genera mostri proprio come il sonno della ragione.
Non perché riabiliti le brutte, Claudio. Ma perché ci fai riflettere sul fatto che la bellezza è sempre negli occhi di chi guarda.
E riabiliti tutte noi, perché noi donne normali – vale a dire esenti per natura, educazione, indole dallo strafichismo congenito – ci sentiamo "tutte" brutte, credimi. Perché siamo rompipalle ipercritiche come spesso ci ripetete? Può essere. Ma tant'è!
Qui sotto copio un po' del testo di Elio, che è lunghissimo, della canzone Supergiovane, dove si trova il catoblepa. L'intellettuale è un catoblepa? Beh, sì, poi però finisce su Facebook e diventa come tutti gli altri, si omologa e basta.
Un giovane si tuffa nella vasca come un vero
Gianburrasca, ma a contatto con il liquido
esclama: "Vaffancuore. Questo e' il terribile
analcolico moro. Aiuto, Supergiovane!"
Scatta Supergiovane e derapa, soccorrendo
il il l l Capotel il Canopeta il Capotel
il Catop Catoblepa, il Catoblepa. Superdgr e derapa
soccorrendo il Catoblepa, che purtroppo sta
tirando le cuoia. "Addio, Supergiovane. Per me
ormai e' finita". "No!" "L'analcolico moro e' entrato
in circolo". "Non dire cosi', amico Catoblepa.
Ecco, prendi questo!" "No, ma.. cosa…?" "Ah" "Ah"
"Sss" "Ah h h!" "Ah… Catoblepa ?! No. Assassini."
Catoblepa Catoblepa, io ti dono le mie Tepa
per il viaggio che conduce all'aldila'.
IO il racconto l'ho trovato già alla terza puntata e poi sono tornata indietro. Alla fine l'ho riletto tutto in fila, e mi sono fatta più di una risata. Divertente davvero, e poi è scritto così come si parla, finalmente un racconto semplice e anche profondo, queste sono cose che succedono più di quello che si crede.
Per Mariangela sarei mitico perché riabilito le presunte brutte; per Paolo il best starebbe in quel che ancora non ho scritto, ovvero il seguito. Grazie a entrambi per avermi seguito con religiosa pazienza. Altri so che hanno preferito attendere oggi e poi si sono fatti la scorpacciata intera. A domani per qualche considerazione, magari.
E' una conclusione che spiazza e la frase "the Best" stavolta non la trovo, non c'è. O forse, e qui sta il nocciolo della questione, è il finale stesso che oggi va più in alto sul podio, che si sta tutti a chiederci cosa succede tra quei due. Si sposeranno? 🙂
molto bello, Claudio
Paolo G.
Mitico Claudio! Grazie a nome delle donne, perché sentirsi brutte è la regola. Strafiche da catalogo del chirurgo estetico a parte, ovviamente.
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