Paolo Giacomini ci ha preso gusto: dopo aver trattato sull’onda dei miei dialoghetti il tema dell’uscita dei genitori, che non senza timore a casa lasciano figli adolescenti, ora tratta il rientro degli stessi, con tutte le preoccupazioni (e borsa dell’acqua calda) del caso. Ottimo lavoro, Paolo. Adesso non sarebbe male se qualche altro lettore si cimentasse nell’impresa di inventare qualche variante al nostro gioco. [ccalz]
– Non correre con la macchina. Mi raccomando, caro.
– Stai tranquilla, amore.
– E’ che mi sembri un po’ nervoso, stasera.
– Io? Per niente.
– Ed il film dei Babbi Natale, piaciuto?
– Sì, però…
– Però?
– Sto pensando al tipo della storia.
– Chi? Il farabutto con due mogli?
– Poveretto, era esaurito.
– E i ragazzi dove andavano stasera?
– Lui fuori a cena.
– E gli hai chiesto almeno a che ora rientrava?
– Sì. Mi ha risposto che boh, dipendeva.
– Da cosa, caro?
– Non si sa. Ha preso la porta e non si è più visto.
– E lei?
– Lei stava in casa, una roba tra amici di FaceBook. Aspetta… com’è che l’ha chiamato?
– Un evento?
– Proprio così.
– Bene. E in quanti hanno accettato il suo invito?
– Tre. Sicuri, ha detto.
– Molto bene.
– Più una truppa di altri 384, invece, che non ho mica capito cosa hanno fatto.
– Si sono messi in “forse”?
– Brava.
– Quindi erano solo in quattro. Perfetto.
– Insomma.
– E quanti maschi e quante femmine?
– Due e due, purtroppo.
– Bene. Molto bene.
– Come tutto bene, amore?
– Sì, ottimo. Problemi?
– Io? Nessun problema.
– Avrà invitato anche Marco, quel tipo che si porta a spasso sulla moto a mo’ di zainetto.
– Esatto. Che mentre lei guida lui le si appiccica da dietro come un koala.
– Per forza si aggrappa. Se no vola giù.
– E’ che in casa da soli… insieme.
– Ma dai, cosa vuoi che abbiano fatto di così sconvolgente?
– Non riesco nemmeno ad immaginarmelo.
– Te lo dico io: avranno limonato tutta la sera. Garantito.
– Ommioddio.
– Non essere tragico, adesso.
– Non posso crederci. Mia figlia?
– Nostra figlia, caro. E’ normale che succeda.
– Sul mio divano?
– Sul nostro divano.
– Con il koala?
– E’ un bel ragazzo, invece.
– Ma è un maschio!
– Devi rassegnarti, caro. E stai attento alla strada, piuttosto.
– Mi sta venendo un mal di stomaco…
– Vedi? Ti avevo detto di coprirti quando siamo usciti dal ristorante. Avrai preso freddo.
– Non credo.
– Allora sforzati di non somatizzare, caro.
– Ci provo.
– Ecco, siamo arrivati. Adesso segui me: entriamo in casa, salutiamo i ragazzi senza fare scenate e poi ci infiliamo immediatamente nel letto.
– Sì. Meglio.
– E ti metti la borsa dell’acqua calda vicino, sotto le coperte.
– Giusto.
– Ed anche la maglia di lana con le maniche lunghe.
– Quella ruvida? No, dai.
– Mettila. Che ti fa stare meglio.
– Vabbé. La metto.
– E, appena ti passa il mal di stomaco, mi raccomando.
– Cosa?
– Mi raccomando, non farti venire idee strane su di noi. Che è tardi e non sei più un ragazzino.
4 Commenti
Grazie per i complimenti.
PS/ Quelli del dialogo non siamo io e mia moglie… 🙂
Paolo G.
Davvero, davvero simpatico. Complimenti all'autore!
Come la capisco…
Commento di mia moglie, preoccupata:
"Sì bello, però dillo che quelli del dialogo non siamo noi…"
Paolo G.
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